venerdì 15 gennaio 2021

Angela Merkel chiude in bellezza con l'Europa

L’accordo commerciale con la Cina, per quanto ambiguo, chiude un semestre di eccezionale rilancio europeo. Sotto la presidenza tedesca: la cancelliera Merkel del “troppo poco troppo tardi” ha fatto in questo suo addio alla politica attiva (oggi il suo partito sceglie chi le succederà) qualcosa perfino di stupefacente, visto il ritmo, blando e spento, burocratico, su cui la Ue si era adagiata: un semestre bismarckiano, senza darlo a vedere.
L’accordo di San Silvestro con la Cina, il Comprehesive Agreement on Investment, che ha chiuso un negoziato durato ben sette anni, con 35 lunghe sessioni (rounds), benché discusso, resta comunque un punto di non ritorno: modificabile ma ormai in atto. All’attivo del semestre tedesco  anche la riforma del Meccanismo europeo di stabilità, che in Italia ancora si contesta, ma è un passo verso l’unione bancaria. È stato infine varato, superando le riserve est-europee e euroscettiche, il bilancio settennale dell’Unione, 2021-2027. Soprattutto, sono stati trovati i mezzi, su pressione congiunta di Italia, Francia e Spagna, ed è stato varato l’innovativo fondo, per la ripresa da 750  miliardi, il Next Generation Ue.
La Ue affronta questa crisi ben dotata, di piani e di risorse. Al Next Generation vanno aggiunti i 1.074 miliardi del QFP, quadro finanziario pluriennale. Più il peso indiretto esercitato tramite la Commissione di Bruxelles Von der Leyen per il rilancio dell’Europa nell’agenda digitale e in quella verde. Dove fondamentale è l’accordo, portato a conclusione nel Consiglio d’Europa, per una riduzione della C02 del 55 per cento nel 2030 rispetto al 1990. Che non sarà difficile, i livelli del 1990 sono già in larga parte abbattuti, ma assicura comunque all’Europa una sorta di leadership nella trasformazione verde dell’economia.

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