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Best-seller gustoso per lo spettatore
Si può raccontare con gusto -
dello spettatore – il mondo dei libri, di chi li scrive, di come si
pubblicano, e com’è oggi della caccia al
best-seller. Col contrappunto dei
tanti anonimi, non pubblicati, o allora
senza successo. Attorno al faccione facondo di Fabrice Luchini, che sa
mettere assieme serietà e buffoneria. Da uno dei tanti racconti per passare il
tempo di David Foenkinos.
Una tipica commedia francese, “di
costumi”. Lieve, tanto più per avventurarsi nel mondo dei libri, di pochi
sopravvissuti. Rappresentata con poche scene, tre interni di Parigi, uno studio
tv che parodia il famoso Pivot “lettore” di libri, la moglie che licenzia il
marito Luchini con due battute, cameo
formidabile degi sceneggiatori, gli uffici dell’editore Grasset, con l’archivio
Gallimard dei libri ricevuti, e un villaggio bretone al Finisterre, la fine
della terra. Ma con maestria. Senza effetti straordinari, ma le cose più
impensate sa radicare nei luoghi e le circostanze più ordinarie, a beneficio
dello spettatore.
Durante un week-end a casa in
Bretagna di una giovane lettrice editoriale, col suo ragazzo, scrittore
frustrato, la scoperta di una biblioteca di libri impubblicati, creata da un
eccentrico gentiluomo del luogo, apre un mercato e una celebrità. Un romanzo ne
viene infatti fuori, best-seller istantaneo, colto e appassionante. Opera di un
Henri Pick pizzaiolo locale, morto due anni prima. Quando si dice il caso – ma non
è il caso (cioè è un caso). Non si ride , ma si naviga leggeri per un paio d’ore.
Rémy Bezançon, Il mistero di Henri Pick, Sky Cinema
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