sabato 23 gennaio 2021

Canta la pace, interiore

L’eterna freschezza, ancora ai settant’anni, quanti ne aveva quando il film fu girato. L’occhio della regista è simpatetico, ma il viso, l’attitudine, l’eloquio, anche nel ricordo di forti contrasti, restano come la voce: limpidi. Una giovinezza che viene dall’equilibrio interiore? Pur in mezzo a tempeste. Le manifestazioni e le marce, anche drammatiche in Alabama, per l’integrazione razziale nelle università e per i diritti di voto, con Martin Luther King. Da ventenne, negli anni 1960. L’enorme attività dispiegata per i Diritti Civili, sempre con Martin Luther King, e poi contro la guerra in Vietnam.
Con molte immagini d’epoca. A partire dai filmini familiari col folle padre, un fisico del Pentagono neo pacifista che si adattò a insegnare l’inglese, ma ogni anno cambiava costa, e portò la famigliola anche in Africa, in una colonia inglese. I concerti naturalmente, e le marce. Tutto con naturalezza. E come portò Dylan al successo – Wharton recupera i filmati di Scorsese del famoso tour della Rolling Thunder Review de 1975, “una magnifica congrega di cappellai matti”. Fino all’“orribile tour in Inghilterra, erano tutti drogati”, che portò alla rottura col futuro Nobel. Il viaggio all’incontro dei prigionieri di guerra a Hanoi, dove per una settimana subì dentro i rifugi i bombardamenti americani. E poi in Cambogia, esposta agli americani e ai vietnamiti: Joan Baez è stata e si vuole soprattutto una pacifista, ma sa di che si tratta e come bisogna prendersi.
Una vita irripetibile, lei stessa ne ha coscienza, in semplicità.
Mary Wharton, Joan Baez - American Folk Singer, Sky Arte

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