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Cimbri fa paura a Bpm
Bpm ci ripensa? Milano ha riserve sull’accordo
in fieri con Bper – di più dopo l’ipotesi di accorpare anche il Monte dei
Paschi. Riserve sulla governance. Non sul metodo di votazione ma su chi
comanda.
Benché alla pari, la fusione è ora temuta a
Milano per l’esplosione di intraprendenza, giudicata eccessiva, da padrone, di
Carlo Cimbri. Il manager di Unipol, quello dell’ “abbiamo una banca” (Pci), si
presenta, con insistente promozione, come il padrone di Bper, e fa campagna per un
suo ruolo accresciuto, personale e di Unipol. Il titolo Unipol tenendo in quota
nel mercato con accorte politiche di buy-back, benché in teoria ora proibite, e
di “aspettative” – con gli azionisti si è pubblicamente impegnato per un ritorno
sull’investimento di “almeno il 14,5 per cento”, per almeno un biennio.
Le riserve vanno di pari passo con una ipotesi diversa di aggregazione: con Unicredit. In assetto subalterno,ma con sentiment e prassi condivisi. Le anime politiche, di diverso colore, rimangono ancora vive nelle
vecchie popolari. L’equilibrio già difficile fra attivi nella fusione, si colora
ora nel vecchio Bpm “bianco” di sospetto per l’attivismo di Cimbri. Il timore
è che la fusione alla pari scada in subordinazione.
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