Ed ecco il fad, film a distanza – per ridere
Il primo film “da remoto”, su
skype, zoom, teams, twitch, cellulari, perfino il porno è da remoto, con quarantene, mascherine e convivenze forzate,
con tutti i trovati della rete, videotelefono, già alla sveglia, messaggistica, video, nella solita
remota atmosfera elbana di Marciano Marina. Una trovata geniale: i vecchietti del BarLume che si concertano a distanza - si dirà il nuovo genere cad, conversazione a distanza far, film a distanza? Il morto c’è,
ma giusto per un’ora di gag. Come il gioco di bambini del titolo.
Con spazi speciali per Michele Di
Mauro, il torinese tourné siciliano, che
racconta la sua irresistibile ascesa, a commissario, a questore, a capo della
Polizia - “mi manca solo la presidenza
della Repubblica” - grazie al ferro di cavallo. E per una Susana-Dolores videosoubrette
multiforme, da suora, commissaria, maestrina, misteriosa ma non tanto (eccetto che
per il nome, che il cast non dà) - le cose da esibire sono sempre quelle.
Il regista s’è divertito, veloce
e multiforme più della sceneggiato (che condivide con Davide Lantieri, Ottavia
Madeddu e Carlotta Massimi), e lo spettatore pure.
Roan Johnson, Tana libera tutti, Sky Cinema
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