Il mondo com'è (419)
astolfo
Anversa – Anvers in
francese (e quindi Anversa in italiano), ma di altra radice in originale latino
e in fiammingo e derivati: Antverpia per i Romani, quindi Antwerp, nome
attuale, Antwerpen in fiammingo, Hand werpen in olandese, Hand and Wearpan in
Old English. Che non si sa cosa significhi, a meno che non sia buttare o
tagliare le mani. Eroe eponimo della città è un Silvio Brabo (Brabone), cui una
statia è dedicata al centro della Grande Piazza cittadina. Un soldato romano
che avrebbe liberato la Schelda, il fiume cittadino, dal gigante Druon Antigoon, uno che esigeva un
tributo dalle navi di passaggio, e da chi attraversava il fiume, su
imbarcazione o a piedi sul ponte, pena il taglio di una mano, che buttava nel
fiume.
Catone – Il Vecchio, il
Saggio, il nemico del lusso e delle donne, l’aspro censore della cosa pubblica, aedo della ruralità, era uno speculatore, sulle rendite fondiarie e su quelle finanziarie (sulle
assicurazioni dei noli).
Dittatura del proletariato – Ha dominato
mezza Europa per buona parte del Novecento, ma nasce casuale. La Comune di Parigi nel 1871
entusiasmò Marx, che v’intravvide “una leva per scalzare il dominio di classe”,
e Engels identificò nella temporanea “dittatura del proletariato”. Il popolo di
Parigi è forcaiolo, e Marx, che anzitutto era uno storico, lo sapeva. Lenin ha
poi esautorato i consigli e le fabbriche per dare il potere al partito, la
rivoluzione non ha cambiato la società, solo i funzionari.
Ma la dittatura del
proletariato Marx sapeva repressiva e voleva breve, come la dittatura di Roma
repubblicana. E non ha mai pensato all’assassinio politico, che in alcuni casi,
pochi, è anarchico, e sempre è strumentale al bonapartismo, al golpe – alla reazione.
Israele
– A lungo è stata tenuta in punta di bastone dall’Onu, benché appoggiata da
almeno tre dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, Stati Uniti, Gran Bretagna
e Francia. Fino al 1974 l’Unesco non riconosceva Israele. A fine 11975 una
risoluzione Onu assimilò il sionismo al razzismo.
Nel 2011, quando fu la
Palestina ad essere ammessa alì’Unesco, a stragrande maggioranza (Italia astenuta,
insieme con Gran Bretagna e altri 50 paesi, 14 i contrari, tra essi Sati Uniti,
Germania e Canada, 107 a favore, la Francia con i paesi arabi, l’Africa e l’America
Latin), Israele ha definito la decisione “una tragedia”. E ha avviato, di
concerto con gli Stati Uniti di Obama, una contestazione legale, sospendendo i
contributi annuali al funzionamento dell’organizzazione. La sospensione è stata
tramutata in recesso, sempre d’intesa con gli Stati Uniti, ora di Trump, nell’ottobre
del 2017 – il procedimento si è concluso a fine 2018.
Manomorta - I rivoltosi di
Bronte che Nino Bixio fece fucilare non erano contadini affamati ma professori,
avvocati, medici e medi proprietari che volevano le terre della duchessa in
base alle leggi antifeudali del 1848. C’erano “squadre popolari” ma finanziate
dai possidenti agiati.
Due
anni dopo, a fine 1862, la Commissione parlamentare sul brigantaggio ne
indicherà la causa nei “ritardi nella ripartizione delle terre pubbliche”. Ma,
malgrado le fucilazioni di Bixio, non ci fu soluzione di continuità: l’avidità restò
senza limiti con l’unità, e anzi si allargò con nuove leggi per l’appropriazione
dei beni ecclesiastici e collettivi. La borghesia italiana si costituì a questo
modo, da qui il suo carattere saprofita e non di iniziativa, specie al Sud ,
nell’ex Regno borbonico: si appropriò della manomorta senza pagare niente allo
Stato, o poco più di niente, e del demanio destinato a usi civici, di pascolo e
coltivazione.
Masaniello – Avviò la nascita
del Belgio. “La muta di Portici”, o “Masaniello”, l’opera di Auber, 1828, versi
di Scribe, che inauguro il grand opéra
francese, avviò il moto belga d’indipendenza due anni dopo. Già popolare, l’opera
fu rappresentata al teatro de la Monnaie a Bruxelles a fine agosto 1830, come
omaggio al re Guglielmo I dei Paesi Bassi, per il suo compleanno. Arrivati all’aria
del tenore Masaniello “Amour sacré de la patrie” gli spettatori all’unisono si
alzarono e uscirono cantando in strada. Fu l’inizio della cosiddetta Rivoluzione
Belga, che in poche settimane, il 4 ottobre, si concluse con l’indipendenza
dall’Olanda.
Molotov
–
Vyaceslav Mihajlovic, che ha dato il nome all’arma più popolare contro l’occupazione
tedesca, nelle battaglie di Leningrado e Stalingrado, la bomba o bottiglia
Molotov, in russo “cocktail Molotov (di cui le librerie Feltrinelli insegnavano
la preparazione e l’uso a cavaliere del 1970), fece carriera, come ministro
degli Esteri di Stalin, e anche dopo, fino al 1956, detto per questo “culo di
ghisa”, dopo aver visto liquidati o fucilati tutti i suoi parenti e
collaboratori, inclusa la moglie. Senza mai una protesta – quando non li
denunciava lui stesso.
La bomba Molotov, l’arma di uso
più diffuso, insieme col kalashnikov, il mitra senza rinculo (questo dovuto a
un ingegnere, poi militarizzato, col grado di generale), non fu però opera di
Molotov. Alla bottiglia incendiaria venne dato il suo none n quanto presiedeva
durante la guerra il consiglio dei Commissari del popolo, dei ministri - era
una specie di presidente del consiglio, senza poteri. La bottiglia Molotov era
stati usata dai franchisti nella guerra civile, e poi dalle truppe finlandesi
nella guerra d’inverno contro la Russia, nei quattro mesi da dicembre 1939 a
marzo 1940, contri i mezzi blindati leggeri dell’Unione Sovietica.
Pace
cartaginese –
La pace senza condizioni, con la distruzione del perdente, derivata dalla fine
della terza guerra punica, quando i Romani bruciarono Cartagine, cosparsero di
sale il terreno su quale sorgeva, per renderlo sterile e trassero in schiavitù
la popolazione, fu resa popolare in questa formulazione alla conclusione della
Grande Guerra da John Maynard Keynes. Nel saggio che l’economista pubblicò nel 1919,
mentre si definivano i trattati i pace di Versailles, “Le conseguenze
economiche della pace”. Della “pace cartaginese” prospettando le conseguenze: “Se
miriamo deliberatamente a impoverire l’Europa centrale, la vendetta, oso
predire, non si farà attendere. Niente potrà allora ritardare a lungo quella
finale guerra civile tra le forze della reazione e le convulsioni disperate della
rivoluzione, rispetto alla quale gli orrori della passata guerra tedesca
svaniranno nel nulla”.
Spie – In Itala non
fanno genere letterario. Ma si sa, si è sempre saputo, che ce n’è almeno una in
ogni giornale, E al tempo del Pci c’erano
i compagni confidenti che riferivano alla sezione Stampa e Propaganda chi erano
i giornalisti “buoni” e chi i “cattivi”. Contro i quali i compagni fiduciari
nei comitati di redazione sindacali e nelle dirigenze dei giornali d’opinione,
“Corriere della sera”, “la Repubblica”, “La Stampa”, “Il Messaggero, “Panorama”,
“L’Espresso”, esercitavano un potere inflessibile sulle carriere e anche sugli
avanzamenti di stipendio. Anche nel nome dell’amicizia.
Weimar – Fu per
diventare una repubblica comunista. Il Primo Maggio 1919, a cinque mesi dalla
fine della guerra, la tensione era alta in Germania, l’attesa era per la
proclamazione a Berlino di una Repubblica Internazionale dei Soviet. Ancora nel
1920 vi furono proposte in Germania e tentativi di legarsi all’Armata Rossa,
che incombeva al confine della Prussia Orientale e alle porte di Varsavia - per annientare la Polonia, che contendeva alla
Germania la Slesia.
Si
viveva allegri nella repubblica di Weimar, come Isherwood, Simenon e altri
scrittori testimoniano. Si pone il nazismo a culmine della disperazione in un
paese sconfitto nel suo stadio giovanile e soggiogato. Ma gli anni 1920 furono
di straordinaria energia in Germania, Jünger direbbe di “mobilitazione”. Di
entusiasmo, creatività, consapevole anarchismo. Un’accumulazione prodigiosa -
non si spiega altrimenti la forza dello hitlerismo, che mise in campo un
dispendio colossale di energie.
astolfo@antiit.eu
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