La neolingua del niente
Si approda alla “neolingua” di
“1984”, il romanzo del Grande Fratello occhiuto, partendo da “La politica e la lingua
inglese”, del 1946, coevo della “Fattoria degli animali”, che era la satira del
sovietismo. Già subito dopo la mancata catastrofe nella guerra contro Hitler,
Orwell nota un “catalogo di frodi e travisamenti” nel linguaggio politico, che
minacciano di portare l’opinione pubblica all’insignificanza – quello che
fanno, a leggerlo oggi, i social, del chiacchiericcio deformante, impudico.
Oggi lo diremmo il linguaggio della decadenza, questo concetto che è stato
obliterato proprio in una fase evidente, acuta, di implosione. Orwell ci vedeva
un tradimento, ma questo era invece: l’Inghilterra non era più una potenza
imperiale, ma non lo sapeva. E l’Europa oggi? E gli Stati Uniti? Un libriccino
d’autore, ma tempistico.
Per Eco la neolingua è il fascismo – è il
quattordicesimo requisito del suo “Fascismo eterno”. Owell, pur non essendo
semiologo, uno studioso dei segni e del linguaggio, ne sa di più. Oggi la Novella Lingua non è il politicamente corretto, l’insostenibile
conformismo di una certa sinistra, per
il resto guerrafondaia, in nome della democrazia, certo, si combatte sempre per
il bene, imperialista, monopolista, speculatrice?
“La politica e la lingua inglese” è pessimista, concludendo: “Il
legame speciale tra la politica e lo svilimento del linguaggio è chiaro”. Ma
per motivi che meglio si comprendono oggi, meglio che nel 1946. “Oggi tutto è
politica, e la politica stessa è un ammasso di bugie, inganni, follia, odio e
schizofrenia”. Quando l’atmosfera generale è cattiva, il linguaggio non può non
soffrirne.
Poi Orwell sbaglia, ma per generosità – siamo a ridosso della
guerra: “Dovrei aspettarmi di scoprire – è una supposizione, non ho abbastanza
conoscenze per verificare - che la lingua in Germania, Russia e Italia si è
deteriorata negli ultimi dieci o quindici anni, per effetto delle dittature”. E
invece si è deteriorata poi, nella democrazia. Lui stesso parte dal disagio
dell’inglese in Inghilterra, benché democraticamente il suo paese abbia
resistito e vinto. Il decadimento è globale?
Una piccola stimolante
pubblicazione, con una esaustiva
prefazione del curatore, Massimo Birattari. In traduzione, con gli originali inglesi.
George Orwell, La neolingua della politica, Garzanti,
pp. 112 € 4,90
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