martedì 19 gennaio 2021

La neolingua del niente

Si approda alla “neolingua” di “1984”, il romanzo del Grande Fratello occhiuto, partendo da “La politica e la lingua inglese”, del 1946, coevo della “Fattoria degli animali”, che era la satira del sovietismo. Già subito dopo la mancata catastrofe nella guerra contro Hitler, Orwell nota un “catalogo di frodi e travisamenti” nel linguaggio politico, che minacciano di portare l’opinione pubblica all’insignificanza – quello che fanno, a leggerlo oggi, i social, del chiacchiericcio deformante, impudico. Oggi lo diremmo il linguaggio della decadenza, questo concetto che è stato obliterato proprio in una fase evidente, acuta, di implosione. Orwell ci vedeva un tradimento, ma questo era invece: l’Inghilterra non era più una potenza imperiale, ma non lo sapeva. E l’Europa oggi? E gli Stati Uniti? Un libriccino d’autore, ma tempistico.
Per Eco la neolingua è il fascismo – è il quattordicesimo requisito del suo “Fascismo eterno”. Owell, pur non essendo semiologo, uno studioso dei segni e del linguaggio, ne sa di più. Oggi la Novella Lingua non è il politicamente corretto, l’insostenibile conformismo di una certa sinistra,  per il resto guerrafondaia, in nome della democrazia, certo, si combatte sempre per il bene, imperialista, monopolista, speculatrice?
“La politica e la lingua inglese” è pessimista, concludendo: “Il legame speciale tra la politica e lo svilimento del linguaggio è chiaro”. Ma per motivi che meglio si comprendono oggi, meglio che nel 1946. “Oggi tutto è politica, e la politica stessa è un ammasso di bugie, inganni, follia, odio e schizofrenia”. Quando l’atmosfera generale è cattiva, il linguaggio non può non soffrirne.
Poi Orwell sbaglia, ma per generosità – siamo a ridosso della guerra: “Dovrei aspettarmi di scoprire – è una supposizione, non ho abbastanza conoscenze per verificare - che la lingua in Germania, Russia e Italia si è deteriorata negli ultimi dieci o quindici anni, per effetto delle dittature”. E invece si è deteriorata poi, nella democrazia. Lui stesso parte dal disagio dell’inglese in Inghilterra, benché democraticamente il suo paese abbia resistito e vinto. Il decadimento è globale?   
Una piccola stimolante pubblicazione, con una  esaustiva prefazione del curatore, Massimo Birattari. In traduzione, con gli originali inglesi.

George Orwell, La neolingua della politica, Garzanti, pp. 112 € 4,90

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