venerdì 15 gennaio 2021

La notte brava di Sartre, spaesato a Napoli

Un francese una notte a Napoli viene avvicinato da due giovani che si propongono di fargli visitare la città. Di visitare “la città nascosta”. Capisce che si tratterà di un giro dei bordelli, che non gli interessano, ma per curiosità accetta. Entra così in un bordello “un po’ speciale”: una stanza grande circolare, con un divano rotondo lungo il muro perimetrale e al centro un altro divano rotondo attorno a una colonna. I giovani vengono allontanati, e uno spettacolo comincia per il visitatore. Una donna in età, scura di pelle, che fa il maschio, e una ragazza “sui ventotto anni, piuttosto carina”, entrambe nude, mimano delle scene di sesso – mimano le posizioni della vila dei Misteri a Pompei. Il francese ne esce un po’ sbalordito, ma paga qualcosa all’ingresso ai due giovani, che vanno a comprare una bottiglia di “vino rosso del Vesuvio”, la stappano per strada, la bevono con lui, mangiano anche con lui qualcosa, poi salutano e se ne vanno.
E il racconto di una notte di Sartre a Napoli, autobiografico – Simone de Beauvoir voleva andare ad Amalfi, a Sartre non interessava, rimase solo una notte, e fece quello che il suo personaggio fa nel racconto. Assortito da note brevi, impressioni di viaggio, su Napoli e su Capri – riedite anche nella raccolta “La regina Albemarle o l’ultimo turista”.
È un racconto a cui Sartre teneva. In parte anticipato in una lunga lettera, di dodici pagine, a Olga Kosakiewicz (non pubblicata: se ne sa da Simone de Beauvoir, “Conversazioni con Jean-Paul Sartre”). Alcuni frammenti, illustrati da Wols, li aveva pubblicati in edizione Skira, per bibliofili. Il racconto tutto intero invece lo aveva messo da parte, consigliato da Simone de Beauvoir, che lo trovava “poco strutturato”.
Jean-Paul Sartre, Spaesamento. Napoli e Capri, Dante&Descartes, pp. 72  € 8

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