letterautore
Annate – Ce ne son di eccezionali anche per gli autori. Nel 1813 nascevano Nietzsche, Wagner, Verdi, Kierkegaard, Büchner, Hebbel. Nel 1821 Baudelaire, Flaubert, Dostoevskij – e Feydeau, e Richard Burton (e Lola Montez, che era irlandese).
Comunismo
–
“Tra i militanti che aderirono cent’anni fa alla scissione dal Psi da cui
nacque il Pci, molti furono poi vittime del terrore staliniano in Urss. I
comunisti fucilati furono 23, 12 morirono di stenti nei lager e altri 12,
arrestati e deportati, riuscirono a sopravvivere”. Alla repressione
parteciparono anche Togliatti e i dirigenti italiani, che segnalavano gli elementi
eretici, o sospetti di idee «trotskiste-bordighiste»”, Marcello Flores, “La Lettura”
di domenica.
Gli altri espatriati vivevano nel
terrore, e non dormiva: il Kgb veniva all’alba, la polizia segreta del partito
Comunista Sovietico.
Marco Revelli conclude oggi una
celebrazione del Pcd’I-Pci sul “Robinson” con Gramsci vittima di Mussolini (“bisogna
impedire a quel cervello di funzionare per almeno vent’anni”) e di Togliatti: “Isolato,
spesso osteggiato dai suoi stessi compagni (non gli si perdonò l’opposizione
alla sciagurata linea del «social-fascismo» e al settarismo staliniano)”.
Revelli ha ricordato prima che Mussolini
fece arrestare Gramsci l’8 novembre 1926, alcune settimane dopo la lite Gramsci,
segretario in carica del Pci, nonché parlamentare, con Togliatti a proposito del
comunismo sovietico già staliniano Il 14 ottobre Gramsci aveva scritto al
Comitato Centrale del Pcus: “Voi oggi state distruggendo l’opera vostra, voi
degradate e correte il rischio di annullare la funzione dirigente che il
Partito comunista dell’Urss aveva conquistato per l’impulso di Lenin”. Togliatti,
incaricato di consegnare la lettera, “l’aveva «sequestrata», rampognando anzi
duramente l’autore («La vostra visione di ciò che sta succedendo qui a Mosca è
miope, errata in partenza… dobbiamo abituarci a tenere i nervi a posto e a
farli tenere a posto ai compagni della base»)”.
Revelli non aggiunge che Mussolini moto
probabilmente era al corrente dei dissidio, e sapeva che l’arresto di Gramsci
avrebbe intimorito il Pci in Italia ma senza turbare i rapporti con Mosca, che
voleva ed erano eccellenti.
Galiani
– Il
dimenticato abate napoletano a Parigi figura nel primo sottotitolo di Nietzsche
per “Ecce homo” - l’autoincensamento a Torino dopo una breve stagione prodigiosa
di parti filosofici - come testo di riferimento: “Come si diventa ciò che si è.
Planare dall’alto e avere degli artigli, ecco la dote dei grandi geni”.
La citazione Nietzsche traeva da una lettera
di Galiani a Mme d’Épinay, 24 novembre 1770.
Manomorta
-
Padre Pirrone, il gesuita del “Gattopardo”, così spiega “le future inevitabili
confische dei beni ecclesiastici” ai suoi compaesani addormentati: “Il sindaco
comprerà tutto, pagherà le prime rate, e chi s’è visto s’è visto”.
Avidità senza limiti. Alla sua insegna
si potrebbe riscrivere tutta la storia vera, del laicismo e dell’unità
d’Italia, Nel “Gattopardo” è “il patrimonio dei poveri”. Anche nelle “Lettere”
di Pasquale Villari del 1862, a ridosso dell’unificazione e dell’applicazione
delle leggi eversive (non più della feudalità, estinta da qualche secolo, ma
del patrimonio ecclesiastico). Se ne appropria la borghesia, sotto il pretesto
dell’anticlericalismo, a vile o nessun prezzo. Non solo delle proprietà eccesiastiche,
del resto, anche degli usi civici, i terreni riservati all’uso dei poveri.
Padre
– Un
riconoscimento viene da un padre del tutto non modello, Simenon. “Il figlio”: “La
data più importante nella vita di un uomo è quella della morte di suo padre… È
solo quando non hanno più bisogno di lui che i figli comprendono che il loro padre
era il loro migliore amico”. Anche i figli maschi.
Romolo
–
“Il primo re”, “il fondatore”, che le serie Rai prospettano come un selvaggio,
lo era anche per Thoreau - perché non poteva essere altrimenti: “I nostri
antenati erano selvaggi. La storia di Romolo e Remo allattati da una lupa non è
una favola priva di senso”.
Ed
è vero che dell’epoca non si è trovato più di qualche sasso, vivevano in capanne. Ma parliamo di anni in
cui gli Etruschi si costruivano tombe come reggie, con statue raffinati
dipinti, e dispensavano lussi.
Sartre – Comico di talento?
Lo vuole Daria Galateria sull’altro “Venerdì di Repubblica”, dove conclude “le
vacanze romane di Sartre”, le cronache che ne scrisse (recuperate ora in “La regina
Albemarle o l’ultimo turista”) con “il suo profondo e (Dio ci perdoni) elegante
talento comico”.
O
la conclusione è un tantino ironica, antifrastica? Ill “Roma” della compilazione
“Albemarle” è trinariciuta, piuttosto seriosa - o tanto seriosa da essere
ridicol?
Sciascia –Fu un “pensionato
baby”, come si poteva allora grazie a una legge di Andreotti, e usava specialmente
alle Poste e nell’insegnamento, per favorire il lavoro delle donne non a
scapito della famiglia. Si poteva andare in pensione dopo vent’anni di servizio
– o sedici più quattro anni di università, se “riscattati”. Sciascia ne
approfittò dopo 21 ani di servizio, dal 1949 al 1970, a 49 anni. Una pensione
che era la metà dello stipendio d’insegnante.
Viaggio –Può essere triste,
quello d’affari per esempio. Flaiano lo spiega distesamente, nella “Conversazione
continuamente interrotta” - una farsa teatrale cui lavorò negli ultimi anni,
sull’attività di sceneggiatura dei film con un regista volatile, menefreghista
(Fellini). Una proposta, una delle tante, è “la giornata di un uomo solo in una
città che non è quelle dove risiede normalmente”. Che evapora sotto queste
considerazioni: “Ma è una tragedia!”, come si sceneggia? “Conversazioni col
portiere dell’albergo, col padrone di un negozio, col tassista, col cameriere,
tute persone che vede per la prima e l’ultima volta. Scambi di luoghi comuni
sul tempo, la vita, il passato e il futuro. Solo al ristorante, occupa un
tavolo. Mangia per non deludere il cameriere. Compra giornali. Compra oggetti
che non gli servono e non gli piacciono. E libri che getterà via dopo le prime
pagine. Si studia a lungo nello specchio del bagno. Di sera, una ragazza sotto
i portici lo guarda e gli dice: «Baffetto», per adescarlo. Lui va per la sua
strada. Torna in albergo, non succede niente”.
Baffetto
per dire Flaiano, sceneggiatore esimio, che lo portava?
Visto – Sbarca in Australia
spazientito, benché ospite di società letterarie australiane, ancora risentito ad
alcun giorni dal fatto, Tabucchi nel “Taccuino australiano” – che scrive anzi
al ritorno dall’Australia, e pubblica sul “Corriere della sera” del 20 ottobre
1991 (ora in “Viaggi e altri viaggi”): l’ingresso è stato fiscale e brusco - “L’accoglienza
è dura, fredda, quasi respingente”, comincia così. I passeggeri vengono
informati che “appena fermo sulla pista l’aereo (on i suoi passeggeri) verrà
«disinfestato» (sic!) con uno speciale spray approvato dal Consiglio mondiale
della Sanità” - l’Oms? “Ed ecco che sull’aereo ormai fermo salgono due uomini
con una giacca a quadri come nei film americani degli anni Trenta” - dei film
di gangster? E “il bello deve ancora venire”: si forma una lunga a fila di
passeggeri - il Boeing 747, pieno di
emigrati italiani di ritorno dalle visite ai parenti in Italia, poteva trasportare
5-600 persone, a seconda dell’allestimento - che “procede con una lentezza esasperante”.
Tre passeggeri alla volta sono portati da una poliziotta durissima a tre
sporteli, dove ognuno viene interrogato a lungo, sul passaporto, il visto e le
ragioni del viaggio. Anche Tabucchi viene interrogato a lungo, dopo qualche ora.
E non è finita: mentre aspetta il bagaglio, racconta, un giovane poliziotto “mi
intima di mostrargli il passaporto”. E “mi chiede tagliente quale è la ragione
del mio viaggio in Australia”. Tabucchi risponde: “Sono stato invitato a tenere
conferenze. Mi mostri la lettera di invito, replica lui”. Tabucchi non ce l’ha
addosso. Succede una mezza bagarre. Quando infine il “giovane poliziotto”
decide che ne ha avuto abbastanza, racconta ancora Tabucchi, “solo allora capisco
il motivo per cui è venuto a inquisirmi. Perché ridevo”.
In
realtà l’interrogatorio alla polizia di frontiera era normale, in Australia come
in Gran Bretagna prima del suo ingresso nella Ue - e ora probabilmente dopo la brexit: fiscalità e spocchia, il
viaggiatore è un invasore.
letterautore@antiit.eu
Nessun commento:
Posta un commento