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Mps con Bpm e Bper, Unicredit si tira fuori
Perché non Bpm, Bper e Mps insieme per colmare
il buco senese? Tre grandi banche regionali, con territori contigui. Tre banche
popolari, di origine mutualistica (anche Mps in larga misura lo era, proprietà
della Fondazione, fino agli sciagurati aumenti di capitale del governo
Renzi-Padoan). Tre gruppi medi, di dimensioni analoghe, per una fusione alla
pari. Tre gruppi dem, che non guasta – di quelli che “abbiamo la banca” ma
anche degli altri.
Non se ne parla, ma si lavora. Non è un “idea
forte” fra le tante da banca d’affari, di quelle che prosperano progettando M&A, mergers and acquisitions.
Il progetto Unicredit è comunque naufragato:
gli azionisti non vogliono Mps. E gli stakeholder
transalpini (contano per la metà del gruppo milanese transborder) non ci dormono – e il governo italiano lo sa.
Il lodo Andreotti che ha destabilizzato
Unicredit non ne ha spento le energie, che ora riaffiorano. Non le ha indebolite abbastanza da non opporsi
all’avventuroso Gualtieri, ispiratore del lodo – che voleva, attraverso Mps,
conquistarsi Unicredit: la sua testa di ponte Padoan, che sulla scia del lodo è
riuscito a collocare alla testa di Unicredit, verrà sterilizzato o rimosso.
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