Napoli da bere
Partendo dal famoso titolo “Un
giorno di Settembre a dicembre”, Gelsomina “Mina” Settembre essendo il nome
dell’eroina di De Giovanni, assistente sociale ai Quartieri Spagnoli, un’avventura
quotidiana, e niente di più sfigato, senza termosifone a Natale, la giusta scansione
di una serie: episodi brevi, e conclusi, di un’ora, su un volto già noto a
tutti, Serena Rossi, avendo lavorato nella serie dei “Montalbano”, e storie
congruenti. Se ne annunciano dodici - girati tra luglio e agosto, nella calura fuori
pandemia, anche il primo episodio, di Natale al gelo. Quindi sei serate, di
ritmo, storie concluse, e ottime caratterizzazioni - i produttori della serie, Fulvio
e Paola Lucisano, hanno capito la filosofia di Degli Esposti-Palomar, nei “Montalbano” (la stessa Serena Rossi si dice “miracolata dei
Montalbano, prima cantavo ai matrimoni”) e nei nuovi “Barlume”.
Perfino Napoli è accettabile,
benché De Giovanni ce l’abbia con la sua città, sporca, spocchiosa, un po’
violenta. Tiziana Aristarco, altra milanese deputata a leggere le ombre del Sud,
come già da maestro Alberto Sironi, la fa un po’ da bere. Bella, ovvio, ma anche sopportabile.
Tiziana Aristarco, Mina Settembre, Rai 1
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