giovedì 14 gennaio 2021

Un’estate da ricordare

La ricetta dei Vanzina, senza il fastidioso giovanilismo, e senza la congiunta cachessia linguistica, fra tre famiglie milanesi in vacanza al Sud (una oriunda). Col cane, i figli problematici, e mogli e mariti incasinati. In una villa super-luxe fourstar eccetera affittata per errore da tutt’e tre: hanno affittato la stessa casa, e il più della vacanza è fatto.
Una sceneggiatura veloce, e una serie di cameo memorabili, ne fanno – visto a distanza, dopo l’infelice uscita a metà marzo – un film di culto, di quelli che si rivedono sempre con qualche novità. Placido, maresciallo dei carabinieri sull’isola, che non vede l’ora di sbarazzarsi dei turisti, sopra tutti: ha tre-quattro scene da antologia. Ma anche le mogli, Lucia Mascino nevrotica, Carlotta Natoli paziente, e la Gialappa’s Maria Di Biase  cicciotta tuttofare. O il danese della “civile Danimarca” - “lì al Nord sanno come fare” - che rovescia gli stereotipi Nord-Sud: grasso, forforoso, caciarone, gelosissimo della figlia dodicenne, di cui scruta le lettere. 
Il ritorno di Aldo, Giovanni e Giacomo al garbato assurdo degli inizi, e il ritorno di Venier col trio, col quale per anni ha lavorato al cinema e in teatro - con il recupero sullo schermo di una della sua Gialappa’s e dello humour della banda, con la quale ha debuttato e lavorato per anni - avviene in stato di grazia.
Massimo Venier, Odio l’estate, Sky Cinema

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