Cronache dell’altro mondo virali (95)
“Dare priorità
alle prime dosi, così da vaccinare più persone il prima possibile”, Mario Draghi
propone a Bruxelles al vertice a distanza sul virus. È la ricetta degli aborriti
Johnson e Trump, First Doses First, con la quale la Gran Bretagna della Brexit e gli
Stati Uniti sopravanzano di due mesi la Ue nella lotta ai contagi.
La Commissione
di Bruxelles, cioè la Germania, ha frenato subito, con i sorrisi di circostanza
- la Commissione, che non ha un’idea
migliore, non manca di dire che non si può fare, non ci sono i vaccini, gli accordi
non lo permettono… Ma non è questo il problema - del funzionamento della Ue –
qui: gli Stati Uniti stanno vaccinando molte più persone, in rapporto alla
popolazione, e molto più velocemente di qualsiasi paese della Ue. Benché i
paesi europei abbiano sistemi sanitari che si classificano più efficienti di quello
americano. I media americani ne deducono che il privato – la “libertà” – è meglio
del pubblico: le aziende americane che producono i vaccini Pfizer e Moderna
hanno risposto alla domanda, con la sperimentazione e la produzione, molto più rapidamente e con più affidabilità dei
produttori europei o cinesi.
Gli Stati
Uniti condividono con Israele, che conta su un sistema elettronico nazionale di
controllo sanitario, e con Abu Dhabi, che utilizza il vaccino cinese, il
maggior numero di vaccinati in rapporto alla popolazione: 16 su 100 – 5 su 100
in Germania, 4 su 100 in Francia, 2,3 in Italia (4,41 la prima dose).
Trump ha
assicurato la disponibilità senza restrizioni dei vaccini su cui gli Stati Uniti
hanno puntato, Pfizer e Moderna, attraverso un’apposita agenzia di velocizzazione pubblico-privata, Operation Warp Speed. L’agenzia americana del farmaco,
Federal Drug Administration, ha analizzato i vaccini appena pronti - non dopo
un mese come ha fatto l’Ema, l’agenzia europea. La commissione pubblico-privata
ha acquistato i vaccini al prezzo che ha giudicato giusto, e non ha perso mesi
sulla clausola di responsabilità delle aziende produttrici – va da sé che se i
vaccini non rispondono ai criteri dichiarati il fabbricante è responsabile.
Gli Stati
Uniti hanno ordinato 600 milioni di dosi del vaccino Pfizer a luglio, la Ue ne
ha ordinato la metà, per una popolazione superiore del 50 per cento a quella
americana, quattro mesi dopo.
Malgrado il sentiment libertario, e anzi anarcoide,
dell’ideologia americana, un americano su due (il 48 per cento) si dichiara “fortemente
convinto” che i vaccini sono sicuri - contro un terzo, il 36 per cento, degli
europei (peggio in Francia: solo due su cinque si vaccineranno, e uno su tre è
convinto che il vaccino fa male).
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