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Ecobusiness
Si compra una macchina ibrida che costa niente
con i soldi pubblici, e si va a benzina. Chi ha il garage, con colonnina di
ricarica? Chi ha la pazienza di ricaricare? Quante macchine sono in ricarica ai
punti Enel? Semplice, no?
La Panda City Cross costa 15.300 euro, hybrid 8.400. La Lancia Y Ecochic costa 15 mila euro. Ibrida
costa 12 mila – ibrida con incentivo 10 mila.
Metà dell’acqua degli acquedotti si disperde
per falle nelle condutture. La dispersione si calcolava in “poco meno” del 30
per cento a fine Millennio, e in “poco meno” del 40 pe cento nel 2011, l’anno del
referendum, si cacola in “poco più” del 50 per cento oggi. Nel decennio niente è stato
fatto per rinnovare la rete idrica, ferma al dopoguerra. Anche se le tariffe,
comprensive della quota fissa, particolarmente elevata per colpire le “seconde
case”, sono mediamente aumentate in tutta Italia del 20 e anche del 30 per
cento.
Si vantano gli sciacquoni del bagno duplici,
con una cassetta per la pipì e una più grande per la cacca, ma qual è il
risparmio di acqua? Si usa la protezione ambientale per vendere prodotti
inutili.
Sostenibilità, circolarità, ambiente sono
indirizzi finanziari e industriali. Che fanno tesoro dell’esigenza sempre più
diffusa di protezione e pulizia dell’ambiente. Non è il viceversa. Le politiche
ambientali sono le politiche industriali all’epoca degli investimenti pubblici per
l’ambiente: si lavora spesati, con larghi
incentivi.
Sono le uniche politiche industriali ammesse:
da molti anni gli incentivi ammessi senza limiti - e senza controlli – in Europa
sono quelli ambientali. Ma sono anche (molto) remunerativi: per le fonti di energia
rinnovabili, per esempio, i benefici di questa politica di incentivi sono altissimi.
Fa differenza, che l’ecologia sia una politica
industriale (ora anche finanziaria) piuttosto che ambientale? Sì, nelle
priorità e nei costi: proteggere l’ambiente comporta forti sprechi, a beneficio
dei commissionari, e una scala di priorità falsata. Non si rifanno gli acquedotti,
come non si assesta il territorio contro frane, alluvioni, terremoti perché non
sono priorità industriali – di industrie e settori industriali che pesano sulle
decisioni pubbliche.
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