Falsi d'autore, a quattro mani
Racconti brevissimi, e densi, si
direbbe, più che straordinari: di lettura stranamente non veloce, anzi anche
faticosa. Un massimario, anche sentenzioso, dietro la compilazione faceta. Molti
sono i sogni, e i sogni dei sogni, per intendersi.
Sono testi orientali per lo più, aneddoti,
moralità, sogni appunto. Inventati dai due amici burloni, oppure no. Più molti
Kafka, un paio di Max Jacob, e qua e là altri fantasisti, Cocteau, Silvina
Ocampo, moglie di Bioy Casares e musa di entrambi, Stevenson, Santiago Dabove.
Numerosi
i ricorsi a Richard Francis Burton, specialmente frequentato da Borges per le
note alla sua traduzione delle “Mille e una notte”. Anche di questi racconti straordinari le note sono spesso la parte più interessante. Comunque indispensabili per il gioco, poiché di un gioco la compilazione è frutto, per poter giocare con gli autori.
Borges e Bioy Casares
vi praticano “nella misura più rilevante e nelle forme più varie”, annota
Tommaso Scarano, custode e interprete di Borges in Italia, “il gioco scanzonato
delle opere e degli autori immaginari, delle false attribuzioni, delle interpolazioni
apocrife”. Se ne dilettarono congiuntamente per molti anni su varie pubblicazioni,
e questa è una delle tante antologie che se ne sono fatte. Per circa
quarant’anni Borges e Bioy Casares collaborarono in vario modo. Più spesso
con rubriche a quattro mani di note e
racconti brevi, moralità, apologhi, citazioni, la cui fonte può essere reale o
inventata.
Parte di queste storie sono confluite
anche in altre opere di Borges.
Jorge Luis Borges-Adolfo Bioy
Casares, Racconti brevi e straordinari,
Adelphi, pp. 204 € 13
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