L’Europa è con gli Usa, ma non contro Russia e Cina
Niente glamour
al primo G 7 di Biden, seppure a distanza, seppure per una prima presa di
contatto (era tale anche per Draghi, ma nessuno ci ha fatto caso: l’Italia avrà
problemi a uscire dalla politica estera di Grillo, che pure ha tanti “esecutori
volenterosi” alla Farnesina). E semmai una constatazione di divergenze: di
interessi divergenti, sotto le rassicurazioni.
Il messaggio del neo-presidente si vuole
ottimista: tutto in ordine, tutto come prima, Trump è stato una parentesi, un incidente. Con gli alleti
europei, con il clima, con l’Iran (con l’Iran?), e tutti insieme contro la Russia
e contro la Cina. Ma non è così. Biden non potrà tornare alla politica delle
porte aperte della sua vicepresidenza con Obama, di cui è stata ed è vittima la
classe operaia al suo paese. Ma se vuole confrontarsi con la Russia e con la
Cina, dovrà farlo da solo. Di fatto, a parole magari no, ma l’Europa, cioè la Germania,
non ci pensa.
Angela Merkel dice infine apertamente che la
politica del boicottaggio economico della Russia non funziona: non produce
effetti, se non negativi. Mentre va avanti sul piano bilaterale nella strategia
di fare dela Germania un hub europeo per il gas russo, una sorta di grande
agente di promozione commerciale di Gazprom, il feudo più fedele di Putin. E ha
appena imposto una sorta di “trattato ineguale” all’Europa con la Cina: un trattato
commerciale da cui la Cina avrà benefici, l’Europa non si sa. Pur di vendere
qualche automobile tedesca in più.
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