lunedì 22 febbraio 2021

Lolita-Ranieri perduta nella bella Bari Vecchia

Lanciata da una promettente, pressante, campagna promozionale, su tutti i canali Rai a tutte le ore, la miniserie esordisce con percentuali camilleriane. Ma con poca soddisfazione.
Notevole anche l’impegno, di marketing nemmeno tanto sottile ma comunque di effetto, su serie con protagoniste donne, donne moderne, non principesse innamorate, capitane, commissarie, imprenditrici, giudici, eccetera. Le pluriserie di Vanessa Incontrada, “Non dirlo al mio capo”, “Il capitano Maria”, “Come una madre”, Anna Valle di “Sorelle”, Elena Sofia Ricci di “Vivi e lascia vivere”, Vanessa Scalera tornado eroicomico  di “Imma Tataranni”, Serena Rossi di “Mina Settembre”, la stessa Ranieri di “La vita promessa”. Tutte girate al Sud, con un po’ di Toscana, e di New York. Per lucrare sugli incentivi regionali ma pure, lodevolmente, per liberare il Sud.
Ottimi proponimenti, insomma – e anche ottimi risultati. Ma Miniero gestisce senza entusiasmo alla prima puntata due storie vecchie-nuove, della vecchia pubblicistica pruriginosa: di demi-vierges, di corna, e di mésalliances. Quella impossibile tra la famiglia alto borghese e la famiglia del contrabbandiere, e quella lussuriosa tra alta borghesia e malavita, cattiva e anche un po’ tarata. Le attrici ce la mettono tutta, Luisa Ranieri, Bianca Nappi, Lunetta Savino, Camilla Diana, Giulia Fiume. Gli attori fanno le pose da contratto -prima ci spicciamo meglio è. Bari è abbellita molto, Bari Vecchia (troppo per i non baresi, troppo colore – cibi, contrabbando, furti – e forse anche per i baresi), ma non basta.
Luca Miniero, Le indagini di Lolita Lobosco, Rai 1

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