In
sedici mesi di attività, settembre 2019- dicembre 2020, i “navigatori” del
lavoro hanno svolto in media un colloquio al giorno, un po’ meno, e una verifica
ogni due giorni, un po’ meno, calcola “Il Sole 24 Ore”. Va bene che per metà
tempo c’è stata l’epidemia, ma soprattutto c’è la voglia grillina di non
lavorare - del tutto dovuto, di mungere la vacca. Anche al Nord, non solo in Calabria.
Dovevano
avviare al lavoro i percettori del reddito di cittadinanza.
I
consulenti del lavoro invece hanno “messo in sicurezza” (“ristori” e altri
busillis) sei milioni di occupati. Ma i consulenti non sono statali.
La
presidente dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, spiega così al “Corriere
della sera” il governo della pandemia da parte del governo dell’avvocato Conte:
“Combattiamo “con i 22 Dpcm emessi da inizio pandemia, con i 14 decreti di previsione
degli ammortizzatori sociali, applicati con 25 modi diversi, per ottenere il
medesimo sussidio”.
“Eni, archiviato il fascicolo nato dalle parole di
Amara sul giudice”, “Corriere della
sera”. Che vorrà dire?
https://www.pressreader.com/italy/corriere-della-sera/20210212/282132114141583
Lo
stimato cronista giudiziario Ferrarella, all’orecchio della Procura di Milano,
è stizzito: voleva Eni – di questo si tratta – condannato, sennò che cronaca è?
Che giornalismo è?
È
stupefacente l’acredine contro i Carabinieri dei cronisti romani di nera al processo per l’assassinio del brigadiere Cerciello, ucciso a
freddo da due americani in cerca di droga. Merito degli avvocati
della difesa. Degli avvocati di uno dei due killer, Gabriel Natale Hjorth, di
famiglia ricca che non bada a spese pur di far dire che Cerciello praticamente
si è autoaccoltellato.
La
famiglia Hjorth paga anche i cronisti? E sennò bastano due avvocati per fare il
“Corriere della sera”, “la Repubblica”, “Il Messaggero”, le cronache romane?
Ultima
carta nella lunga rincorsa alla rielezione, la sindaca di Roma Raggi, dopi i
premi ai 22 mila dipendenti comunali, e una miriade di appaltini, lancia un concorsone:
1.512 assunzioni a tempo indeterminato. E non sbaglia colpo: gli iscritti,
sinora, sono 180 mila.
È
singolare il degrado di tutte le strade di Roma, Centro compreso, invase da
cartacce, escrementi e ortiche, in questi anni di sindacatura 5 Stelle, che
pure dice l’Ambiente in cima ai suoi pensieri.
Nel
2016 la sindaca di Roma Raggi barattò la Olimpiade a Roma
nel 2026 con una teleferica – anche con lo stadio della Roma, ma lì le è andata
male, troppa corruzione, troppo disinvolta. La teleferica fu il suo cavallo di
battaglia, l’unico: avrebbe collegato un capolinea della metro al suo
quartiere, Casalotti. Ora rilancia: “Tanto”, twitta, “qualora la funivia non
dovesse servire, si smonta e può rimontare da un’altra parte”. Un personaggio
che non si saprebbe inventare.
Certo,
non si può dire cattiveria il candore, non c’è arma.
Ivo
Mej fa sul “Fatto Quotidiano” l’elenco di quello che Grillo doveva essere
e non è stato, il movimento 5 Stelle – non trova nemmeno una briciola di tante buone
intenzioni. Se non che uno si dice: possibile che Mej, un giornalista, ci
credesse?
Oppure:
e meno male, al primo punto di Grillo non c’era l’abolizione del giornalismo?
“Draghi
è appeso a Rousseau”, titola “Il Fatto Quotidiano” della farsa referendaria 5
Stelle sul governo: “Base furiosa, risultato in bilico”. Di un’esercitazione furbesca
per avere i titoli dei media?
Fanno
pena i “costruttori” di Grillo accorsi in aiuto a Conte all’ultima ora. Specie
la onorevole Rossi, già stretta collaboratrice di Berlusconi (“la badante del Cav.”).
O l’altra grande beneficata di Berlusconi,
l’altrimenti anonima Renata Polverini. Il trasformismo non paga, neanche
le mance.
L’allenatore Conte che deve tutto alla
Juventus, tutti i titoli che può vantare, da calciatore e da allenatore,
dileggia la Juventus con indici, corna e ingiurie, perché viene battuto in Coppa
Italia. Una forma di suicidio, di uno che deve i suoi ingaggi stratosferici al
fatto di aver vinto con la Juventus, e poi niente, solo sconfitte. Anche
l’errore di identificare il calcio con l’allenatore, di farne un idolo.
È
palese il disastro sudtirolese nella gestione del coronavirus, con Bolzano segregata
dal resto del mondo. Per imprevidenza e incapacità. Con danno del turismo invernale,
che fa la metà dell’economia metropolitana, degli innumerevoli campi di sci che
la popolano. Ma non c’è autocritica a Bolzano e dintorni.
La
provincia di Bolzano è diventata l’appestata d’Europa perché da giugno
si è gestita da sola i contagi, sfidando Roma – e Roma non l’ha deferita al Tar, come ha fatto con altre regioni. E perché l’Austria
ha voluto che Bruxelles la dichiarasse superrossa, per poter arrivare di fatto
alla chiusura della frontiera.
Ogni
volta che c’è da decidere qualcosa per i 5 Stelle, deve accorrere il comico
Grillo da Genova. Come dei minori, per i quali deve decidere un adulto.
E
cosa chiede Grillo? L’industria dell’ambiente - è un comico, non un ipocrita.
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