Vita eduardiana di Eduardo
Raccontato da chi ci ha convissuto
o ci ha lavorato, da Carolina Rosi, la nuora, dai figli di Luca, Matteo, Tomaso
e Luisella, che firmano il memoir in collettivo, da Isa Danieli, da studiose di
teatro, da collaboratori e collaboratrici ancora in vita. Con foto, filmati,
interviste e altri materiali di archivio, a partire dagli anni 1920, e i ricordi
a suo tempo di Luca. Con le memorie della terza moglie, Isabella Quarantotti. E
con la corrispondenza sempre affettuosa e perspicace, in italiano perfetto,
della prima moglie, l’americana Dorothy Pennington - lasciata dopo vent’anni per
Thea Prandi, che darà a Eduardo gli agognati figli: bastardo di Scarpetta, come
i fratelli Titina e Peppino, Eduardo proclama in un’allocuzione qui ripresa un
amore e una riconoscenza fortissmi per il padre, e un solo rimpianto dirà nel
suo ultimo intervento pubblico, a Taormina, un mese prima della morte, quello
di non avere dedicato più tempo ai suoi bambini.
La vita di un grande commediografo
e artista, e di un grande uomo. Una vita piena. Cinquantuno commedie, una anche
con Pirandello, “L’abito nuovo”, e tanti successi, al teatro e al cinema, in
Italia e nel mondo. Partendo dall’infanzia, di famiglia spuria ma non abbandonata.
Nel ricordo semre vivo della figlioletta Luisella adorata, morta a dieci anni,
al Terminillo, mentre lui recitava a Roma. Un dramma eudardiano, questo, nel
racconto. Con scene di follia prima del funerale, un ultimo tête-à-tête con la bambina nella bara,
la scrittura improvvisa di una lettera che infila nella cassa, e il ritratto di
Luisella da cui non dovrà separarsi in ogni spostamento nei venticinque anni di vita successivi.
Il nostro Eduardo, Sky Arte
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