Il mondo com'è (424)
astolfo
Agalmatofilia
–
L’amore delle statue – c’è un amore delle statue - la chiamano agalmatofilia,
c’è in qualche manuale psichiatrico. E sarebbe diffusa, non solo tra gli scultori. La
Venere di Cnido, famosa per eccitare gli osservatori, non è un caso isolato. Né
il Pigmalione di Ovidio, una passione di tale intensità da trasformare la
statua in persona viva. L’amore vi prende diversa valenza.
Riguarda però forme perfette. Solo statue
femminili a Olimpia, stadio degli agoni maschili. L’uomo è - era - satiro, un
mezzo capro. La statua maschile deve aspettare Michelangelo, e piuttosto
torcersi, tormentarsi – il David è di culto perché è, era, un’eccezione.
America tedesca– L’America fu per essere tedesca,
invece che inglese, come si sa. Dalla Vinnland dei vichinghi, che vi sono
arrivati, dice Grozio, per via di terra, loro uomini di mare, al dottor
Kissinger – o a Woody Allen, che nasce Königsberg, la città di Kant. Furono i
soldati tedeschi di re Giorgio, i reggimenti dell’Assia, a propiziare a Trenton
nel New Jersey la prima vittoria e il carisma di Washington - a Germantown invece sconfitta dura per gli americani il 4 ottobre
1777, a causa della nebbia. Fu per una decisione a suo tempo minoritaria che
l’America parlò inglese e non tedesco. Il dollaro è il tallero. “George Washington
crossing the Delaware”, il (tardo) dipinto cardine della storia americana, è di
Emmanuel Gottlieb Leutze, svevo di nascita, della scuola di pittura di Düsseldorf.
Aveva
torto il germanista Cesare Cases a dire il tedesco – la lingua tedesca - “americano
travestito”: aveva voglia di épater le
bourgeois, ma non senza fondamento. Ovunque s’incontrano in America -man, –burg
e -ich, e le case col tetto spiovente
che fanno Germania attorno a Filadelfia, cuore della nazione, tra Harrisburg e
Gettysburg. È tedesca pure Yorkville a New York. Dietrich è il cognome più
diffuso, con Hoffman, con una e due -n.
Eisenhower si scriveva Eisenhauer, Smith spesso Schmidt. È tedesco,
postnomadico, l’uso americano di cambiare i mobili ogni tre anni, magari per
ricomprarli uguali. E il coniuge, seppure non con la stessa frequenza: il divorzio facile non è inglese, è
piuttosto tedesco, postnomadico, viene dal ripudio. Quentin Tarantino ha
avviato il riconoscimento col dottor Schultz, il virtuoso cacciatore di taglie
di Django unchained, e l’eroina
Brunhilde che parla tedesco.
I tedeschi si distinguevano anche per
qualità degli insediamenti, oltre che per essere numerosi. In America più che
in ogni altro posto dice Kant nell’“Antropologia”, i tedeschi emigrati si sono
distinti per formare comunità nazionali “che l’unità della lingua e in parte
anche della religione trasforma in una specie di società civile che, sotto una
superiore autorità, si distingue nettamente dagli insediamenti di ogni altro
popolo per la sua costituzione pacifica e morale, l’attività, il rigore e
l’economia. Questi sono gli elogi”, concludeva Kant, “che gli stessi Inglesi
fanno dei Tedeschi dell’America del Nord”.
Non
si dice, ma molto”Mein Kampf” Hitler tirò fuori da “The passing of the Great
Race”. La scomparsa non di una corsa, automobilistica o podistica, ma della “razza
grande”, nordica. Opera dell’eugenista celebrato Madison Grant, che fece le
leggi per l’immigrazione negli Usa, a danno dei latini, gli slavi e gli
asiatici neri, contro la misgenation
e per la “morte misericordiosa” dei portatori di handicap.
Attrici – La presenza
femminile in teatro, in ruoli riconosciuti, professione già esercitata nell’antica
Roma, trova un riscontro in età moderna per prima a Roma nel 1564, il 19
ottobre, sulla base di un contratto di recitazione con Lucrezia di Siena. Che quindi resta nella storia del teatro come
la prima attrice di professione. Che agiva col suo proprio nome. Degli stessi
anni 1560, con grande glamour ma
senza contratti, si esibivano Vincenza Armani, di suo anche nota ricamatrice,
nonché poetessa e cantante lirica, e Barbara Flaminia, le prime “primedonne”
documentate della Commedia dell’Arte. Le due avrebbero anche gareggiato a chi
era la più brava nel 1567 a Mantova. Vincenza Armani morì presto, di 38 anni,
si pensa avvelenata da un amante rifiutato.
Bronte - I rivoltosi di
Bronte che Nino Bixio fece fucilare non erano contadini affamati ma professori,
avvocati, medici e medi proprietari che volevano le terre della ducea in base
alle leggi antifedudali del 1848 (?? Di prima? 1820? Call). C’erano “squadre
popolari” ma finanziate dai possidenti agiati. Due anni dopo, a fine 1862, la
Commissione parlamentare sul brigantaggio ne indicherà la causa nei “ritardi
nella ripartizione delle terre pubbliche”.
Gottinga – “Un piccolo e
triste paese in una regione molto triste” (per il medico francese Clément-Joseph
Tissot, chirurgo nell’esercito di Napoleone, pioniere della fisioterapia) è
stato al centro per due secoli dell’“arianità”, della guerra in Europa a chi è
più “puro” degli altri, del nazionalismo, dei primati nazionali. Lichtenberg ci
insegnò scontento la Fisica. Ancora nel 1786 un viaggiatore tedesco ne
lamentava le “vie puzzolenti”. Ma era già il centro di costruzione della
cultura ariana, anglo-tedesca. All’università Georgia Augusta, fondata nel 1737
da Giorgio II, principe di Hannover e re di Gran Bretagna.
La
Georgia Augusta resta negli annali perché vi studiò Schopenhauer, e prima di
lui Wilhelm von Humboldt e Metternich, vi si laureò Heine. Ma Gottinga fu soprattutto
famosa come culla dell’“arianesimo”, quello filologico e etnico, non quello
cristiano. Rinata dopo
la disfatta nel ‘18 a centro meritorio della Fisica, con la meccanica
quantistica di Heisenberg, Pauli, von Neumann, Oppenheimer e Born, Gottinga
è stata per due secoli la culla della storia eretta
a scienza grazie all’invenzione della filologia, e del modello “ariano” della
storia greca: dal Nord arrivano i Dori, parlanti indo-europeo, e soggiogano
la cultura egea.
Nel 1770 Blumenthal aveva imposto la prima graduatoria
delle razze, inventando il caucasico. Winckelmann la Grecia delle statue patinate
quale ideale di bellezza. Tra il 1820 e il 1840 Karl Otfried Müller, il filologo
di Gottinga, dà significato culturale e politico alla storia “antica moderna”,
con la scoperta dei Dori. Era la filologia dei primati.
astolfo@antiit.eu
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