Indifferenti alla rovina
Con
lo stesso quadrangolo del romanzo di esordio di Moravia quasi un secolo fa, la
madre vanesia e incapace, i due figli abulici, e l’amante di lei affarista,
Leonardo Guerra Seràgnoli prova un aggiornamento. La madre non sa altro che lo shopping compulsivo. Il figlio viaggia,
torna da San Pietroburgo, di cui non gli interessa nulla. La figlia ambisce a
fare la streamer di videogiochi su
you-tube. L’amante si fa cedere, dopo tanti prestiti, il superattico, per una
valutazione irrisoria. Un non-plot per un dramma di caratteri. Giocato sulle
persone, sui visi. In un’ambientazione da “quartieri alti”, del tipo still - ferma, metafisica. Ma tutto resta a metà.
Il
quadrato è d’obbligo per le famiglie in disfacimento da Goethe in poi, da “Le
affinità elettive”. Moravia l’ha adattato in chiave di critica sociale, contro “i
Parioli”, “la borghesia”. Leonardo Guerra Seràgnoli lo riprende ma senza
convincere – forse non convinto. La madre forse è sciocca forse no. I figli
forse sono superficiali forse vittime, lei in particolare degli approcci del
compagno materno. Solo questi è definitivamente un gaglioffo, ma non sappiamo
se sarà punito.
L’incertezza
nascerà dal fatto che la “borghesia”, che si voleva putrida al debutto di
Moravia nel 1929, è sempre ben attiva – gaglioffi e sciocchi sono sparsi
ovunque, la critica sociale oggi non va. Senza contare che i Parioli sono
l’ultima residua roccaforte del Pd a Roma.
Leonardo
Guerra Seràgnoli, Gli indifferenti,
Sky Cinema
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