Juventus a rischio finanziario
Quella contro il Porto non è per la Juventus
solo una partita persa, è una voragine finanziaria. Che mette a rischio le
gestione del club, a meno di una ricapitalizzazione – sarebbe la seconda in due anni.
Il club esce dalla Champions con soli 30
milioni, invece dei 120-150 programmati arrivando alla finale. Per il secondo
anno consecutivo. Con un investimento elevatissimo a questo fine: il solo monte
ingaggi è di 236 milioni. Gli sponsor e il merchandising non coprono più della metà
della differenza.
L’uscita anticipata dalla Champions per il
secondo anno consecutivo indebolisce anche il “ranking storico”, una delle
quattro tipologie dei premi Uefa-Champions League. In base al ranking vengono
distribuiti ben 1,1 miliardi fra i 36 partecipanti al torneo - i club sono remunerati
per la partecipazione, a prescindere dai risultati, in base al prestigio
storico accumulato nella competizione.
I debiti risultano a 327 milioni nella
semestrale 2020-2021 a fine dicembre, malgrado l’aumento di capitale da 300
miliardi sottoscritto da Exor e dai fondi che fanno capo ad Alberto Agnelli un
anno prima. Il bilancio 2019-20 si era chiuso in rosso per 71,4 milioni. La semestrale
2010-2021dà una perdita di 114 milioni (50 milioni un anno prima).
Il rischio finanziario è accresciuto dall’ipotesi
che il club, dopo nove vittorie consecutive nella serie A, quest’anno
non si classifichi tra i primi quattro, posizione che dà diritto alla
partecipazione alla Champions. Nella pandemia più che mai la partecipazione alla
Champions è il solo grande cespite finanziario, ben più dei diritti tv.
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