sabato 13 marzo 2021

Letture - 451

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Accademia dei Lincei – “Una banda omoerotica incline al misticismo e al melodramma, organizzata come un ordine religioso e pericolosamente vicina all’eresia”, lo storico americano della scienza John Heilbron, “Vita di Galileo”. L’accademia organizzata a Roma nel 1603, di cui Galileo sarà presto membro, così caratteristica del “novismo” del primo Seicento.
 
Autobio
– È il genere preferito, in una letteratura di generi, perché prevalentemente editoriale: sono in genere i romanzi dei redattori editoriali. Da quando, mezzo secolo fa, l’editoria ha adottato in Europa i criteri editoriali americani, del libro merce. Merce nel senso nobile della parola, di un prodotto in forte domanda, per il quale si propone una buona offerta, di qualità, e comunque di rapporto qualità\prezzo. Ma di prodotti molto “sul mercato”, cioè nel gusto via via prevalente – che in buona misura è artificioso e non spontaneo, prodotto esso stesso, dell’industria della persuasione occulta. E in un mercato a forte volatilità: i prodotti hanno arco di vita breve e brevissimo, anche solo di settimane – alcuni, “Gomorra” per esempio, a tenuta anche di mesi, collegandosi a eventi fortuitamente concomitanti - ma evidentemente remunerativo. Questo esclude libri a scarsa circolazione: non si può pubblicare niente che non venda subito ventimila copie
Lo spiega Toni Morrison, redattrice editoriale illustre per alcuni anni, prima di diventare professore di scrittura creativa nelle migliori università americane, premio Nobel per la Letteratura 1993, presentando nell’edizione italiana il suo capolavoro, “Amatissima” (“Beloved”). Morrison lascia a un certo punto il lavoro editoriale per fare la scrittrice in proprio. Anche se non è persuasa dell’obiezione: “La domanda sulle mie priorità – come si può fare l’editing e scrivere allo stesso tempo – mi sembrava stramba e scontata”. Del tipo, aggiunge: come si può fare il pittore e insegnare la pittura, come si può fare lo scrittore e insegnare la scrittura? Anche se gli “illustri scrittori” che lei vanta di avere riscritto sono già pochi anni dopo illustri sconosciuti: “Toni Cade Bambara, June Jordan,  Gayle Jones, Lucile Clifton, Henry Dumas, Leon Forrest”.
 
Feltrinelli
- Il primo supermercato apre in Italia il 27 novembre 1957 – che poi sarà Esselunga. È anche il primo supermercato in Europa. Nello stesso anno Feltrinelli ha aperto la prima libreria self-service, a Pisa e a Milano nel 1957. Una rivoluzione vera.
 
Gadda – Fu artigliere nella grande Guerra, l’arma allora più distruttiva, più dell’aviazione. Come Wittgenstein. Entrambi poi prigionieri – meglio che morti?
 
Germania – “È una dura parola, e tuttavia devo dirla perché è la verità: non posso immaginare alcun altro popolo che sia lacerato come quello tedesco. Ti vedi degli artigiani, ma nessun uomo;  pensatori, ma nessun uomo;  signori e servi, giovani e vecchi, ma nessun uomo”, Hölderlin, “Iperione”.
A seguire, la Germania Hölderlin assimila a “un campo di battaglia, dove mani, braccia e tutte le membra giacciono separate una dall’altra, mentre il sangue della vita scorre via nella sabbia”.
 
Italiano – Hölderlin, nella lunga follia, durante la quale, in presenza di visitatori e curiosi parlava spesso senza costrutto, alternava al tedesco delle frasi francesi, ma si firmava, e si voleva chiamato, con nomi italiani: Scardanelli, Rosetti, Buonarroti, Buoarotti, Salvator Rosa, Scaliger Rosa, Scarivari – eccetto che per Scardanelli, autografo, firma di molte composizioni, la grafia degli altri nomi varia a seconda di come la registrano gli interlocutori, con le doppie sparse qua e la, col k invece del c, con l’elisione o senza.
Hölderlin negli anni della follia scriveva anche in latino, pensieri filosofici. Brevi ma logici.
 
Era un avventuriero il maestro di italiano di casa Goethe a Francoforte, di Wolfgang dopo esserlo stato del padre Johann Caspar. Un personaggio che ha incuriosito anche Croce, “Putignano in terra di Bari e il maestro d’italiano di Volfango Goethe”. Originario di Castellaneta, in provincia di Bari, risulta essere stato “padre collegiale” nel convento di San Domenico a Putignano, a 24 anni, nel 1717, anno nel quale viene carcerato nello stesso convento con l’accusa di “eccesso”, in attesa di processo. Un’accusa a carattere sessuale, anche se non si sa di quale natura, ma evidentemente grave, che lo porta a tentare l’evasione. Ci riesce e si rifugia in Svizzera. Nel 1723 a Zurigo abiura pubblicamente e abbraccia il protestantesimo. Sposa anche una luterana.
La traccia successiva lo vede a Francoforte, dove nel 1726 ottiene il permesso di soggiorno in qualità di insegnante di italiano. Fra i tanti allievi ha il funzionario della Corte Imperiale Johann Kaspar Goethe. Che si accinge a un lungo viaggio in Italia, effettuato poi nel 1740. Goethe padre è funzionario a Wetzlar, sessanta km. a nord di Francoforte, la cittadina dove Goethe ambienterà “I dolori del giovane Werther”. Giovinazzi insegnerà l’italiano anche ai figli del funzionario, Wolfgang e la sorella Cornelia.
Al ritorno dal viaggio in Italia Goethe padre vorrà scriverne il racconto in italiano, “Viaggio per l’Italia”, e Giovinazzi lo aiuterà nell’opera – pubblicata in italiano nel 1932, a cura di Arturo Farinelli. Wolfgang studiò l’italiano fino ai tredici anni, quando Giovinazzi andava per i settanta. Di lui ricorderà che apprese a memoria  “Solitario bosco ombroso”, l’aria più celebre di Paolo Rolli, il discepolo più dotato, in una col Metastasio, di Gian Vincenzo Gravina, il maestro dell’Arcadia. L’apprese come una filastrocca, prima di intenderne il senso – con effetti sensibili, a giudizio di Croce, sui Lieder giovanili di Goethe. Terminato l’incarico in casa Goethe, nel 1762, Giovinazzi finì nella miseria: qualche anno dopo viene citato dal magistrato alla vigilanza sugli stranieri residenti come “morto da molto tempo nella miseria”.  
 
Pasolini - L’ “io so” non è l’Io inquisitoriale? Viene da pensarlo barone di Münchhausen di borgata. Che, nelle pause degli amori inconditi (“Petrolio”), si issa sul Palazzo a denunziare nefandezze. Quelle degli altri. Se non che non è un goliarda, lui negli anni veramente bui faceva la spia, dopo aver giocato al pallone. Sarà il profeta dell’Italia degli imbroglioni e violenti nel nome della verità, gli sbirri elevati a giudici. Tutti Procuratori della Legge quale lui si vuole, gli occupanti del Palazzo che non si possono sfrattare. Avendolo occupato in forma e a titolo di contestazione. Magari senza furbizia, perché no.
 
Rommel – È opinione di Borges che gli inglesi in guerra hanno bisogno di un eroe tra i nemici. Napoleone, il più grande nemico dell’Inghilterra, ebbe ammiratori incondizionati oltre Manica. William Blake si dispiacque moltissimo di Warterloo. Anche Hitler, ma non si può dire. Nella prima guerra mondiale gli inglesi elessero a eroe il capitano di Emden. Nella seconda Rommel. E lo misero a braccetto con Montgomery – che certo non sfigura accanto a Eisenhower, bisogna pur convenire.

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