martedì 2 marzo 2021

L’Europa tra due sedie

Non federazione. Nemmeno confederazione, con un forte decentramento ma comunque con un governo centralizzato. Nemmeno, di fatto, costellazione germanica, o nordica, quale si pretende e viene risentita. L’Unione Europea balbetta quando deve prendere decisioni immediate e radicali: sulla pandemia un anno fa come è stato in precedenza per le crisi economiche, bancaria (2007) e del debito (2011).
Le altre grandi aree, Usa e Cina, ben o mal governate che si dica, sono invece reattive alla crisi. Lo hanno dimostrato con la forte capacità di ripresa nelle crisi del 2007 e del 2011, a tassi doppi (tripli nel caso della Cina) rispetto alla quasi immobilità europea. Dove gli Stati ci sono, comunque agiscono. E mostrano di sapere fronteggiare la pandemia con decisione, sia per i vaccini sia per la ripresa a V dell’economia, mentre l’Europa è in ritardo sensibile. La stima dei danni che il virus ha inflitto all’economia nel 2020 il Fondo monetario dà doppia per la Ue, meno 7,2 per cento, rispetto agli Stati Uniti, meno 3,4.
Diverso il passo anche nel rimedio alla pandemia: i vaccini. Gli Stati Uniti sono molto avanti, sia nel procurement che nella somministrazione, rispetto all’Europa – gli Stati Uniti di Trump, che in Europa si ritengono male amministrati.

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