Lezioni di femminismo a Montalbano
Un commissario Montalbano, messo
in scena dallo stesso Montalbano, al secolo Luca Zingaretti, da 8 marzo: la donna
gli si ribella. Nelle due forme, della compagna Livia da Genova e della fiamma
locale di cui s’incapriccia. Una dura scoperta per il maschilista o fascistone,
anche generazionale – come Camilleri spiega a Mollica in una vecchia intervista
sul “Metodo Catalanotti”: la giovane fiamma ci va a letto senza problemi, e con
piacere, ma il giorno dopo lo licenzia – oppure no, non sappiamo, la Rai deve
decidere se continuare Montalbano nuovo format oppure chiuderlo.
Un Montalbano strambato, si
direbbe, in chiave di Luna Rossa e Coppa America. Un altro: la foia per la
giovane collega lo allontana dall’inchiesta, complicata, quasi incomprensibile,
e anche da Vigata, giacché sembra disponibile al trasferimento. Una storia azzardata, lasciata cadere, o raccontata male.
Un Montalbano senza Sironi, e si
vede. Si direbbe senza Camilleri, ma lo scrittore non pesava sulla
sceneggiatura e sulla regia. Le caratterizzazioni sono sempre eccellenti, ma i
ritmi no, la sceneggiatura e le stesse scenografie. Non una buona premessa per
un’eventuale riedizione, di un Montalbano nelle trame d’amore.
Luca Zingaretti, Il metodo Catalanotti, Rai 1
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