Sberle dagli Usa alla Brexit, nel giorno del Commonwealth
Una splendida cattiva azione, mediatica. E un brutto risveglio per i Brexiter,
che si immaginavano al comando del mondo a fianco degli Stati Uniti: da Los
Angeles è arrivato un brutto montante, anzi una serie di ganci, da destra e da
sinistra, che li rimettono al loro posto. Una serie di petardi, insidiosi, una mina, una serie di mine, sotto il regno, il fattore principale, se non unico, di unione. Una cannonata, la prima, di aggiustamento, per un salve, una serie di salve, contro il consenso nazionale in Gran Bretagna. Programmato per la vigilia della festa del Comonwealth, il resto dell’impero.
L’America è un parente ingombrante e un po’ manesco. Anche nelle vesti di due gentili
signore – a loro si devono i ganci in serie, con l’occhio vispo.
Si esce da due ore di intervista con
un’immagine deprimente dei britannici, stretti attorno a un’istituzione
razzista, cinica, spilorcia, anche violenta. Oprah Winfrey, con una scaletta e
un montaggio sapienti, nei tempi, le espressioni, ha toccato tutti i tasti
infamanti per i poveri britannici. Con l’aria di dire sono stata buona, l’aspetto
inalterabilmente ingenuo nelle lunghe ore. L’America era e resta temibile – la democrazia
italiana, per esempio, l’ha sempre saputo, l’America First non l’ha inventato
Trump, che sciocchezza. Anche perché non si può dire. Oprah Winfrey ha potuto
aprire la sua promozionatissima intervista dicendo che la duchessa non era
stata pagata, mentre è stata pagata sei milioni. Obiezioni? Io e il mio dio.
Sul merito delle accuse non resta
molto, a parte la prima sorpresa. Meghan è spregiudicata ma attrice da poco,
del tipo “Beautiful”: diretta da Winfrey rende, ma poi? Lui si sa che ha
problemi. Il razzismo ha semmai giocato al rovescio: Meghan, che non aveva nessuna
dote, neanche da ragazza da letto, donna di troppe esperienze per un principe
vergine, è stata accettata con entusiasmo proprio perché colorata. Né vessata,
come dice, perché in qualche modo tirava fuori dai problemi il principe. Mezz’ora
di denunce sulla scorta negata, al figlio Archie e allo stesso principe, sono l’unica
parte debole dell’intervista: Meghan è uscita da questi suoi due “anni d’inferno”
a corte ricchissima, e piena di contratti milionari. In una residenza hollywoodiana
che non si stanca di promuovere, che tutti sappiano che bella casa ha: niente ha più successo del successo era ed è la
morale negli Usa.
Ma non si può dire, come andrà a
finire. La regina ha spiegato diligente il nocciolo della questione – Harry – nel suo comunicato, con la mano sempre tesa al debole principe: “Tutta
la famiglia è rattristata di apprendere nella sua gravità quanto gli ultimi
anni siano stati impegnativi per Harry e Meghan. Le questioni sollevate, in particolare
quelle sulla razza, sono preoccupanti. Anche se i ricordi possono variare, esse
sono prese molto seriamente e saranno analizzate dalla famiglia in privato.
Harry, Meghan e Archie saranno sempre membri molto amati della famiglia”. La
scelta di andarsene è un fatto privato e personale, intende dire la regina. Ma avrà
molto da fare per tenerla in questi limiti. Meghan, se non è una grande attrice,
ha l’occhio furbo – come gli brillava quando raccontava delle vessazioni, del
suicidio, della mancata protezione, del ridicolo inchino alla regina: non è
personaggio di Henry James, l’americana innocente nella torbida Europa (ma c’è
mai stata, l’americana innocente a caccia di principi, nella torbida Europa, l’innocente
americano?).
Oprah Winfrey, Intervista con Meghan Markle e il principe
Harry, Cbs-Tv8
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