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Il triangolo di Nietzsche amoroso
È il carteggio di Nietzsche, Lou von Salomé e Paul
Rée, per alcuni anni legati reciprocamente da intima amicizia, con periodi
anche di convivenza. Paul Rée Lou, golosa ma onesta, preferiva a Nietzsche,
troppo arruffone.
Leggendolo in questa ottica
semplificata, il carteggio diventa anche piacevole. La cosa infatti si sa, ma
non si dice, né nelle corrispondenze incrociate, né nelle tante biografie di
Nietzsche, o dal curatore Peters. Che fu anche biografo di Lou, ma impegnato a
idealizzarla - all’evidenza innamorato del suo soggetto, al punto da farne una
vergine immacolata.
Non che Lou fosse satanica, ma,
poveretta, doveva barcamenarsi, essendo capitata accanto al grand’uomo. Che
riconosceva – è lei la prima, o una dei primi, a riconoscerne la portata - ma
di cui non veniva a capo. Di tutt’altro genere, per esempio, sarà la relazione
di Lou col giovanissimo Rilke, quasi una svezzatrice, eppure proficua a
entrambi, piena di cose, oltre che di letti.
Un carteggio in questa ottica saporito,
prima che le recenti riprese di Lou Salomé ne attestassero la cospicua capacità
intellettuale e critica, a prescindere. A prescindere cioè da Nietzsche, come
da Rilke.
Un carteggio che si gusta, tutto
sommato, per il sapore di Ottocento. Di grandi e piccole questioni. Di passioni,
incomprensioni, visioni, ubbie che si dicevano, in dialogo, si scrivevano anche,
in qualche modo fissandole. Poi non più l’amore, ma nemmeno l’amicizia, o l’inimicizia,
hanno alimentato le corrispondenze celebri, solo questioni di testa, e qualche bisogno
alimentare. Per esempio l’orrenda corrispondenza che si viene pubblicando di Proust, che si rende cioè orrenda
con le decadi.
H.F. Peters, Triangolo di lettere,
Adelphi, pp. XIX + 492 € 18
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