La grazia del Nulla
“Non
sono ancora riuscita a capire il suo carattere – dice la bella e indolente
signora Tobler a Giuseppe Marti, l’assistente che serve con fedele riservatezza
la ditta e la casa ormai compromesse e
vacillanti. – È forse magnanimo? O è abietto?” Ma una terza risposta era
possibile, se la signora Tobler avesse letto “Jakob van Gunten”, un racconto
precedente dello stesso suo autore: “È privo di carattere perché non sa ancora
cosa sia un carattere”.
Seducente
e sfuggente, come sempre: che narratore è, Robert Walser? Il breve saggio di
Walter Benjamin. “Robert Walser” - qui ripreso (da “Avanguardia e rivoluzione.
Saggi letterari”) con le note di Hermann Hesse, e il breve saggio di Musil, “Le
«storie» di Robert Walser” - spiega molto. È egli stesso il Buonannulla di
tanta narrativa tedesca, Hebel e poi Eichendorff – cui Benjamin aggiunge
Hamsun. E sa raccontarla, la vita del nulla: scritture labili, in superficie,
di uno che sostiene di non avere mai corretto nemmeno una riga, e tuttavia,
per quanto “involontario” e “trascurato”, un linguaggio “che presenta tutte le
sue forme, dalla grazia fino all’amarezza”.
Non più in catalogo da Einaudi, e ancora non ripreso da Adelphi, questo che è forse il miglior
racconto di R.Walser ha prezzi d’affezione nell’usato.
Con
un saggio conclusivo di Claudio Magris. E una sorprendente antologia (“Assonanze”)
di scrittori su Walser: Seelig, Kafka, Zweig, molto Canetti. Passando da un
iniziale “Walser über Walser”, un’autodiagnosi: “Desidero passare inosservato”.
“L’assistente”
è scritto nel 1908 a Berlino, tra “I fratelli Tanner”, 1907, e “Jakob van Gunten”,
1909, i suoi tre romanzi, o “grandi libri di prosa” come li chiama Carl Seelig,
il curatore, non avendo intreccio, o contrasto (un quarto romanzo, “Teodoro”, scritto dopo il
1920 a Berna, sarebbe disperso in una casa editrice tedesca o svizzera).
Dovendo riassumerlo, è il racconto di una esperienza di lavoro dello stesso Walser, tra
il 1903 e il 1904, presso l’ingegnere meccanico Dubler (la signora Tobler è la
moglie dell’ingegnere), a Wãdenswill, qui Bãrenswill, sul lago di Zurigo, in
una villa con vista in collina, zun
Abendstern, Stella Vespertina. È il racconto di quella sua esperienza: “«L’assistente»
è un romanzo assolutamente realistico”, confiderà a Seelig nelle “Passeggiate”:
“Non ho dovuto inventare quasi nulla. La vita l’ha creato per me”. Walser ci ha
messo un po’ di vita, una scena inerte fa stare godibilmente in piedi.
Robert
Walser, L’assistente, Einaudi,
pp.XVIII + 225 € 7,50
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