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La ricerca resta un feudo renziano
Formidabile
spregiudicata occupazione militare degli scherani di Inguscio, cioè di Renzi,
delle posizioni dirigenziali al Cnr, il cuore della ricerca italiana. Non bastandogli
le posizioni di potere occupate nell’anno e mezzo di prorogatio dello stesso Inguscio, il presidente uscente, un fatto
senza precedenti, nell’inattività degli organismi collegiali. Si capisce che
abbiano accettato la successione nella persona di Maria Chiara Carrozza, l’ex
ministra del nemico Letta. Mai tanto attivismo nei concorsi aperti, e negli appalti
e contratti degli istituti collegati al Cnr.
Carrozza
sorridente promette di fare pulizia. Ma il Cnr renziano ha depredato il depredabile,
e anche il non depredabile, da veri democristiani. Furbi e furbissimi. Duri e durissimi, da banditi
di passo, che adoperano ogni mezzo e saltano ogni ostacolo, anche legale. Carrozza
oppone sui social l’altra immagine Dc, da colomba angelica, e forse non è un
caso: Letta e i suoi sono democristiani atipici, la vera Dc è cannibalesca.
Ricerca e energia, due feudi storici Dc, sono stati occupati e restano saldamente in mano a Renzi. Eni (vedi anche le scorribande, pagate, molto, del lìder nella penisola arabica) ed Enel si sono visti confermati i
manager scelti da Renzi. Al Cnr, dopo l’anno e mezzo di proroga per il suo protetto
Inguscio, un record, per quanto negativo, ma senza vergogna, Renzi non è riuscito a
metterci un altro dei suoi. Ma non teme Carrozza, se non l’ha scelta lui stesso
per conto di Letta.
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