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La sanità del Vaticano a Rotelli-Bazoli
Il Gruppo San Donato (Rotelli-Bazoli, il presidente è Angiolino Alfano, ma è una
foglia di fico), milanese, il più grande gruppo sanitario privato della
Lombardia e dell’Emilia, si compra anche
l’ospedale dell’Isola Tiberina. L’unico rimasto in attività del Centro Storico
della capitale. Con piena occupazione dei posti letto. Un reparto di neonatologia da dieci nascite al giorno. Lunghe file ogni mattine per tutti gli ambulatori.
Dopo il San Raffaele di Milano, un altro colpo del cattolicissimo duo Rotelli-Bazoli nella sanità del
Vaticano. Entrambi a prezzi di realizzo. Il San Giovanni Calibita, questo il nome del complesso romano, sarebbe (stato) pagato 200 milioni. Il valore catastale, forse, del terreno, mezza Isola Tiberina, e degli immobili.
In
entrambi i casi chi aveva resistito all’acquisto, don Verzé e il cardinale Bertone
a Milano, l’ordine dei Fatebenefratelli a Roma, sono finiti nel tritacarne giudiziario.
Naturalmente per caso.
A
Milano per mala gestione. Difficile da accertare, e poi non accertata,
ma il Procuratore Greco è stato nell’intervallo cattivissimo. A Roma i preti
che gestivano il Fatebenefratelli non hanno opposto resistenza, né il Vaticano
li ha consigliati in tal senso: è bastato dire che due dei preti amministratori
erano indagati, forse, per pederastia.
Un
tritacarne giudiziario-mediatico, per l’esattezza. A Milano, per don
Verzé-Bertone, il “gruppo” si era premunito comprandosi il “Corriere della sera”.
Il
Gruppo San Donato non ha (non avrebbe) ancora concluso il nuovo acquisto romano, ma ha già provveduto a riorganizzare le attività. Eliminando quelle non abbastanza lucrative. Come ha fatto in Lombardia e Emilia, le
due regioni dove il gruppo è leader nella sanità, le meno organizzate nella prima ondata della pandemia.
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