La SuperLega dei caratteri nazionali
È curioso, ma la farsa della SuperLega di
calcio è (stata) agitata dalle maschere nazionali – da quelli che una pubblicazione
pure importante, l’Enciclopedia Einaudi, chiama al primo volume “I caratteri
originali”. Che pure si pensavano superate nel lungo cosmopolitismo che ha informato
l’Europa del secondo dopoguerra, concluso con l’interrail, e poi l’Erasmus.
L’improntitudine italiana, la Spagna sempre seduta sull’Invincibile Armada, l’Inghilterra
furba – della pirateria camuffata da righteousness,
o dell’ipocrisia. Con i balcanici in soccorso dei vincitori.
Più curioso ancora è che in queste caratteristiche
“nazionali” sono coinvolti personaggi e interessi remoti e avulsi dall’Europa,
arabi e cinesi: gli arabi fanno gli inglesi, i cinesi gli italiani.
Mancano i tedeschi e i francesi, e anche
questo è indicativo, ma in altro senso: non si mescolano con le mezze calzette
europee, del vorrei ma non posso.
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