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La vita in fuga, acchiappata di corsa
Un film lieve. Di immagini. Anche
nei lunghi dialoghi: gli interpreti, Clive Owen, Jasmine Trinca, Irène Jacob,
sono tutti nelle loro espressioni, come se fosse il loro film. In una rielaborazione
di “Easy Rider”, in una vecchia Vw invece che sulla Harley Davidson, altrettanto
bislacca, apparentemente, e vera.
Un racconto di identità smarrite,
cancellate. Delle persone, lei fobica, lui alcolista. Dei luoghi, abbandonati:
la chiesa di san Vittorino, al km. 72 della Salaria, il villaggio operaio di
Crespi d’Adda, Chateau Thierry nel Nord della Francia, un non-luogo, un parco
acquatico fuori stagione o abbandonato (quello di Guidonia), e il campo
militare di Stanford nel Norfolk, che era il paese dì origine di lui ma dopo la
guerra è stato consacrato alle celebrazioni della vittoria. Tanto più alla
deriva quanto le identità sono, erano, costruite: lei travel blogger - influencer
(propagandista) del settore viaggi, lui giornalista inglese accreditato in
Italia, e i luoghi prestigiosi o animati.
Un caleidoscopio, anche della
realtà come avviene, nel suo farsi, e disfarsi. Tra bugie che non reggono ma
non si sanno evitare – un’autocancellazione al quadrato. La filosofia è però lieve, sotto traccia.
Un racconto originale, della stessa
regista e di Carlo Salsa. Reso con immagini non ricercate, eppure
caratterizzanti.
Giorgia Farina, Guida romantica ai posti perduti, Sky
Cinema
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