martedì 6 aprile 2021

Letture - 454

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Affinità elettive – Hanno origine chimica. Quelle originarie, di Goethe, che le avrebbe desunte da un testo di chimica, dello svedese Torbern Olog Bergman, “Dissertazione sulle affinità elettive, 1775. Che Goethe fece in tempo a leggere, almeno in copertina, poiché il suo romanzo è del 1809.
Gian Luigi Beccaria, “I «mestieri» di Primo Levi, la registra come un’ipotesi, wikipedia la dà per scontata – “il titolo deriva dalle affinità chimiche, proprietà degli elementi chimici”, di legarsi con alcune sostanze e non con tutte.
 
Americanismo – È europeo, secondo Heidegger (“Sentieri interrotti”, 100, in nota a “L’epoca dell’immagine del mondo”): “L’americanismo è qualcosa di europeo. È una varietà, tuttora incompresa, del gigantesco”.
 
Bugiardino – Nome irresistibile, in quanto veritiero, anche se non dovrebbe – un medicinale si intende sano e terapeutico, e non “provocare la morte”, seppure in “casi rari”. Il Grande Dizionario  della Lingua Italiana, GDLI, di Salvatore Battaglia (e poi si Giorgio Barberi Squarotti), il dizionario storico, che di ogni parola rintracci l’origine, il primo uso, non lo registra. La Treccani neppure – compreso il Dizionario della lingua italiana in quattro volumi (è stato introdotto nel dizionario Treccani online). Come se ne vergognassero.
La Crusca accusa e insieme giustifica la parola. Che opina sia derivato dal termine ironico in uso nel senese per le locandine dei giornali – quando i giornali si propagandavano davanti all’edicola con una locandina a caratteri cubitali: “il bugiardo”.
 
Catcalling – Si chiamava pappagallismo, il vezzo degli uomini per strada di fare troppi insistiti complimenti alle donne, e anche di importunarle, affiancandosi, proponendosi di accompagnarle, eccetera. È stato il trademark italiano, dell’Italia primo paese di turismo di massa negli anni 1950-1960. Con la “bella vita”. E anche, si diceva, si auspicava, un’attrazione per molte donne single, in altre culture anonime e inosservate. Ora che la pratica torna negli Usa, come “catcalling”, con ampie pagine in tutti i giornali italiani, il precedente non si ricorda, nemmeno per curiosità. Per esempio, per dire come un comportamento che all’epoca si imputava al “ritardo” culturale dell’Italia ora ritorni nel mondo che impone le “culture”. Viviamo, l’Italia vive, senza memoria – si direbbe malata di alzheimer.
 
Céline – “Con il senno di poi si può dire che, sebbene sulla carta le intenzioni di Céline fossero meno virtuose di quelle di Zola, c’è più moralità nel più atroce sfogo di Ferdinand Bardamu che nell’intero J’accuse” – Alessandro Piperno, che sul “Corriere della sera” recupera oggi Philip Roth dal perbenismo americano, con le ragioni dell’arte (“la letteratura è morale proprio perché mette in scacco perbenismi e retorica”).
 
Dante – Il TLIO, Tesoro della Lingua Italiana delle Origini, opera in progress del Cnr, dizionario online e “dinamico” (rivedibile e aumentabile “in continuo”), che sta completando la registrazione di 960 testi, di tute le componenti linguistiche italiane altre che il fiorentino e il toscano, quindi siciliane, lombarde, veneziane e di parlate minori, fa per metà affidamento sul vocabolario dantesco. Il TLIO registra “tutta la documentazione disponibile a partire dal primo documento che si può dire italiano (sia pure dubitativamente), cioè l’Indovinello veronese dell’inizio del secolo IX, fino alla fine del Trecento (termine simbolico, che però si oltrepassa liberamente, è il 1375, anno della morte di Boccaccio)”.
 
Multimediale lo vuole papa Francesco nella lettera del 25 marzo sulla “Divina Commedia”: “In lui possiamo quasi intravedere un precursore della nostra cultura multimediale, in cui parole e immagini, simboli e suoni, poesia e danza si fondono in un unico messaggio”.
 
Falso vero – “Il diario di Julius Rodman”, il romanzo d’avventura a puntate che Poe lasciò incompiuto, fu preso per buono dal Congresso Usa: un estratto ne fu pubblicato sul “Congressional Record”, la gazzetta ufficiale del Congresso, come di un evento accaduto. Come fosse il resoconto di una spedizione reale sulle Montagne Rocciose precedente quella canonica di Lewis e Clark – dai quali prende nome il continental divide  americano, il passo a circa 2000 metri di altezza nel Montana. Precedente cioè la spedizione del capitano Merrywether Lewis e del sottotenente William Clark, a capo di una banda di volontari militari e civili, denominati Corps of Discovery, che per tre anni, da settembre 1803 a settembre 1806, esplorò e mappò per conto del presidente Jefferson la metà dell’America acquisita dalla nuova Repubblica col Louisiana Purchase, l’atto di acquisto della “Louisiana”, la metà degli Usa colonia della Francia.
 
Gordon Pym – Con “Storia di Arthur Gordon Pym” E.A.Poe avvia nel 1838 ben due generi: l’avventura (Stevenson, Verne, Salgari…) e la se storie di mare (Melville, Conrad) – Melville riconobbe il debito.
 
Poe – Fu filosofo, oltre che narratore emerito, dei 73 racconti. Fu famoso come critico letterario. Scrisse versi. E scrisse molto di estetica: “Filosofia dell’arredamento”, “La filosofia della composizione”, “Il principio poetico”, “La razionalità del verso”. Si occupò anche, ne scrisse, di malacologia – dei molluschi. E provò col teatro, con un soggetto italiano, “Poliziano”, incompiuto,
 
Rima – Per Dante, secondo libro del “De vulgari Eloquentia”, ha valore anche teoretico-filosofico.
È naturale, spiega Primo Levi a Tullio Regge, viene con le tavole stesse di Mendeleev: “L’espressione è paradossale, ma la rima c’è proprio. Nella forma grafica più consueta della tavola del sistema periodico, ogni riga termina con la stessa «sillaba», che è sempre composta  da un alogeno più un gas raro: fluoro + neon, cloro + argon, e così via”.
 
Scrivere – È l’arte dell’imprecisione – privilegio dello scrittore è di non essere preciso, a differenza dei chimico, dell’ingegnere, del matematico. Lo scrittore dei due mestieri, Primo Levi, lo spiega al suo Faussone, l’operario narratore della “Chiave a stella”: “Uno dei grandi privilegi di chi scrive è proprio quello di tenersi sull’impreciso e sul vago, di dire e non dire, di inventare a man salva, fuori d ogni regola di prudenza”.

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