Il
Napoli, la squadra di calcio, decide domani il destino della società per azioni
Juventus, se va in amministrazione controllata. La cosa non si dice, un po’ per
scaramanzia, un po’ perché meta buona dei giornali fa capo al padrone del club,
la finanziaria Exor della Famiglia Agnelli, ma è nei fatti.
Il
Napoli si è portato a pari punti con la Juventus nel campionato, e nello scontro
diretto domani potrebbe superarla. A quel punto i pretendenti al terzo e quarto
posto di Champions League (considerando l’Inter sicura e il Milan quasi sicuro)
diventano cinque, e fra le cinque la Juventus è in manifesta crisi tecnica. In caso di sconfitta improcrastinabile, ma con poco margine per un raddrizzamento della
situazione sportiva. L’esclusione dalla Champions League diventerebbe
possibile, e alle condizioni attuali scontata.
Il
primo scricchiolio della situazione patrimoniale è la richiesta di posponimento
delle mensilità restanti della stagione 2020-2021 alla gestione successiva, a partire
dall’1 luglio. Ma l’esclusione dalla Champions League ridurrebbe considerevolmente
il budget dell’anno prossimo, fra premi di partecipazione Champions, sponsorizzazioni e merchandising, e imporrebbe vendite a tutti i costi del parco
calciatori, il che potrebbe comportate minusvalenze - il torneo alternativo, Europa League, costa uguale, in energie e ingaggi, e rende un decimo, anche meno. Il monte ingaggi è
elevatissimo, sui 250 milioni. Il debito pure, sui 400 milioni. Mentre un
aumento di capitale, dopo quello monstre
di 190 milioni un anno fa, è evidentemente improponibile - per quanto la Famiglia Agnelli possa essere affezionata al club.
Il club è quotato in Borsa e i bilanci devono rispondere a rigidi criteri contabili.
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