Se la sanità è una mafia
Due
milioni e mezzo di vaccini sono stati dirottati dalle regioni a parenti, amici
e sostenitori, calcola “la Repubblica” il giorno di Pasqua. Settecentomila a
“personale sanitario” non più in attività, e 1,7 milioni di dosi sotto la voce
“Altro”, che comprende parenti, sostenitori e distinti. Cinque milioni
di voti, contandone due per ogni beneficiato – anche dieci, contando tre
familiari per ogni vaccinato di favore.
Questo
in aggiunta ai disservizi notori, in Lombardia e in Toscana. Di destra quindi
e di sinistra. I residenti di Monza mandati al Corvetto, e viceversa, quelli di
Pisa a Grosseto, e di Firenze a Carrara. Perché, anche qui, le app di prenotazione
sono state affidate a parenti e conoscenti. Per non dire dei tanti appalti
fumosi già sotto inchiesta in questa sorta di bengodi del malaffare che è diventata la pandemia.
La
sanità è un pozzo di san patrizio, del sottogoverno. In soldi (appalti, forniture),
opere e omissioni. È stato un errore smembrare il servizio sanitario nazionale
per favorire la sanità privata, e per affidarlo alle regioni: gli appetiti sono
diventati incontrollabili. E il voto di scambio, naturalmente non mafioso, in Lombardia
e in Toscana non ci sono mafie, è il delitto minore.
…
o l’atletica lo è
Un
Olivier Niggli, dominus della Wada, l’agenzia antidoping dell’atletica, prima
dice che Donati, il coach antidoping,
non è mai stato consulente della Wada, poi dice che no, cioè che sì. Poi dice
che Alex Schwazer mai e poi mai gareggerà. Poi dirà di sì? Ancora un sforzo.
Questo
Niggli anti-Schwazer ha commesso una mezza dozzina di falsi – di reati penali,
oltre che antisportivi. Accertati in tribunale. Sul prelievo, le analisi e la
conservazione delle urine del marciatore italiano, compresa la tentata consegna
di un’urina patacca ai Carabinieri andati a prelevarla – roba da vaudeville, non fosse avvenuta nella sede della Wada, che dovrebbe
essere l’eccellenza della correttezza, in Svizzera, il luogo della legalità. Ciononostante resta al suo posto, e fa la legge, sempre nel in comparto delicato del doping.
Siccome
è svizzero, Niggli è intoccabile. Ma perché può dire tanti falsi? La massoneria
non basta. I soldi cinesi sono molti – Schwazer, trionfatore a Pechino nel 2008,
era il campione da escludere per dare
una chance ai marciatori cinesi, su cui il regime puntava molto (aveva molto
speso)?
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