T.S.Eliot non è Shakespeare – aveva talento
“La «Terra desolata»”, il poema di T.S
.Eliot, “fluttua e ondeggia con le memorie dei passati maestri tra i quali
quella di Shakespeare è la presenza dominante”.
Si sa, si dice. Questo saggio ne traccia gli echi. E ne trova molti, nei
433 versi del poema, in forma di “riferimenti, frasi o versi”: da “La
tempesta”, “Amleto”, “Re Lear”, “Antonio e Cleopatra”, “Il mercante di
Venezia”, “Cimbelino” e “Coriolano”. Ma come citazioni, non imitazioni. In
linea con la sua poetica, quella di Eliot, del saggio “Tradition and the
Individual Talent”, che la poesia radica nella tradizione, da tenere viva e
ravvivare. Per cui egli stesso procede a “prestiti su scala senza precedenti”:
“La sua poesia abbonda di allusioni, citazioni, reminiscenze letterarie che
sconcertano e confondono i lettori”. Molte “modificate o alterate”, il che ne
rende difficile il tracciamento. E non manca chi legge nel poema eliotiano echi
di Shakespeare ovunque, “a parte gli adattamenti diretti”. Echi “insieme
verbali e ideologici”.
Purwarno li ripercorre, confrontando
Shakespeare e Eliot. E non ci trova granché – a parte il gusto che si sarebbe
detto postmoderno, sessanta o settant’anni dopo, della citazione. Giusto pochi
elementi. Il “niente” e “gli occhi come perle” della “Tempesta”. La “morte in
acqua” di Ofelia. La “buonanotte” ripetuta di “Amleto”. E “il trono brunito” di
“Antonio e Cleopatra”.
C’è altro per la verità. Ma di analogo tenore,
ininfluente, nemmeno molto significativo – se non forse per il “silenzio” e “gli
occhi come perle”: “Non si può dire che Eliot è un imitatore degli scrittori
prima di lui, poiché i loro echi non hanno inciso negativamente sulla sua poesia
– Eliot non era privo di talento”. Un esempio della nuova filologia che cancella
la vecchia: la riscoperta del mondo, semplice.
Purwarno, indonesiano, la rete dice
professore all’università islamica di Nord Sumatra, a Medan.
Purwarn o Purwarno, Echoes of Shakespeare in T.S.Eliot The Waste Land, free online
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