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Mito è verità
“Vero è solo ciò che è mitico”,
James Hillman – “qualsiasi cosa vera ha sempre una componente mitica”.
Guidorizzi introduce la collana, che si vuole popolare e di larga diffusione,
col radicamento psicologico del simbolo: “Il mondo simbolico che viene dai miti
è uno specchio dell’esperienza psichica e ne svela i meccanismi”. I personaggi
del mito sono “eccessivi”, moralmente ambivalenti – quando non amorali, e persino
sinistri. Ma è il loro segreto, che non è di essere “una creatura del bene: è un essere che per le sue azioni
si è reso degno di essere ricordato”.
Guidorizzi abbozza anche l’immagine
di Ulisse, “bravo atleta”, mai “precipitoso o iracondo”, insomma calcolatore, freddo, ma
in positivo. “È polymetis, «l’uomo dalle
molte astuzie», ma anche polytropos, «uomo
dalle molte forme, che sa recitare tante parti rimanendo lui, l’eroe astuto, il
polytlas, «colui che molto sa sopportare».
Vive sempre situazioni nuove e diverse, ma in ognuna è a suo agio. Sa affascinare
le donne che incontra, ma è fedele alla casa.
È l’immagine che oggi ne abbiamo.
Le “Variazioni sul mito” di Lugi Marfé ne dà (anche) altre. Quella nostra è
quella di Dante, che molto ha influenzato i secoli successivi. Prima, “da
Virgilio, Ovidio e Stazio fino a Benołt de Saint-Maure e Guido delle Colonne,
Odisseo era immaginato come un fine tessitore di inganni” – ma anche prima,
nelle tragedie: niente avventura, solo intrigo. A cui un’altra tradizione si
opponeva, “per Cicerone, Orazio e Seneca, così come più tardi per Fulgenzio e
poi per Bernardo Silvestre e Giovanni del Virgilio”, dell’uomo di esperienza,
che non viaggiava a caccia dell’oro ma di novità. Dante lo pone all’Inferno tra
i fraudolenti, come da personaggio storico, ma condannato per aver voluto
passare le colonne d’Ercole, sfidare la conoscenza, andare oltre. Un mito poi fertile
nel Rinascimento, del viaggiatore-scopritore, e nella letteratura inglese a partire
da Shakespeare e fino a T.S.Eliot. Una cometa, con una lunga coda, sempre all’orizzonte.
Marfé, specialista di letteratura
di viaggio, traccia una messe sterminata di echi letterari a partire dall’Ottocento
– già nel Settecento, ma soprattutto nell’Ottocento: Schiller, Foscolo, Goethe,
Coleridge, Tennyson, Whitman, Melville, Poe, e Leopardi, Baudelaire, Rimbaud,
Conrad. E molte decine, se non centinaia, nel Novecento – Pessoa, D ‘Annunzio,
Kafka, Pound, Joyce, Borges, Walcott tra i tanti. Compresi Adorno e Horkheimer,
“Dialettica dell’illuminismo”, e Pimo Levi che se lo recita a Auschwitz.
Una compilazione ricca e piena di spunti, per una collana che si vuole popolare, di divulgazione - si venderà in edicola. Simone Beta, il classicista
ideatore della collana, segue Ulisse in Omero. Con una breve antologia dai
poemi omerici, Sofocle (“Filottete”: Ulisse a dialogo con i sofisti Protagora e
Gorgia), Euripide (“Ciclope”), Ovidio (une lettera delle “Eroidi”), Luciano.
Simone Beta (a cura di), Ulisse, Corriere della sera, pp.159
gratuito col quotidiano
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