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lunedì 17 maggio 2021

Appalti, fisco, abusi (202)

Il catasto di Roma vuole ventuno mesi per regstrare una variazione catastale.
Il tempo di due 730, ai quali intanto ha fornito informazioni errate, ma incontestabili.
 
Acea, la società di servizi che il Comune di Roma condivide con la francese Suez e col gruppo Caltagirone, si fa bella col monopolio dell’acqua nela capitale. Di cui ha, fatti tutti i conti nella selva delle tarffe, raddoppiato il costo medio per l’utente nei dieci anni intercorsi dal referendum che sancì l’acqua bene pubblico inalienabile. Ha raddoppiato la tariffa  dell’utenza domestica più diffusa, la “agevolata” (l’acqua potabile, e una lavapanni che vada una volta al giorno), portandola a 0,40 euro al metro cubo. E ha ridotto a un terzo il quantitativo agevolato, da 92 a 30 mc l’anno: da 30 a 60 mc la tariffa unitaria è di 0,80 euro, quattro volte quella ante-2015, da 60 a 90 mc è di 1,34 euro – si va a 1,88 euro sopra i 90 mc. Cioè, ha moltiplicato la tariffa per quattro volte: i 90 metri cubi, che costavano 19 euro, ora ne costano 79. Più Iva.
 
Nel giorno in cui emerge primo gruppo automobilistico europeo per vendite, Stellantis perde a piazza Affari ben 4 punti, un primo record  negativo della sua recente storia. C’è una ratio?
 
Unicredit, fra tutti  grandi gruppi bancari quello che ha  fatto meno bene nel primo trimestre, ha guadagnato in Borsa nei successivi cinquanta giorni il 35 per cento, un record fra tutti i titoli quotati – poco meno, il 30 per cento, da 8,7 euro il giorno prima della trimestrale a 10,30 oggi, otto sedute di Borsa. C’è una ratio?

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