Appalti, fisco, abusi (202)
Il catasto di Roma vuole ventuno mesi per regstrare
una variazione catastale.
Il tempo di due 730, ai quali intanto ha
fornito informazioni errate, ma incontestabili.
Acea, la società di servizi che il Comune di
Roma condivide con la francese Suez e col gruppo Caltagirone, si fa bella col
monopolio dell’acqua nela capitale. Di cui ha, fatti tutti i conti nella selva
delle tarffe, raddoppiato il costo medio per l’utente nei dieci anni intercorsi
dal referendum che sancì l’acqua bene pubblico inalienabile. Ha raddoppiato la
tariffa dell’utenza domestica più
diffusa, la “agevolata” (l’acqua potabile, e una lavapanni che vada una volta
al giorno), portandola a 0,40 euro al metro cubo. E ha ridotto a un terzo il
quantitativo agevolato, da 92 a 30 mc l’anno: da 30 a 60 mc la tariffa unitaria
è di 0,80 euro, quattro volte quella ante-2015, da 60 a 90 mc è di 1,34 euro –
si va a 1,88 euro sopra i 90 mc. Cioè, ha moltiplicato la tariffa per quattro
volte: i 90 metri cubi, che costavano 19 euro, ora ne costano 79. Più Iva.
Nel giorno in cui emerge primo gruppo automobilistico
europeo per vendite, Stellantis perde a piazza Affari ben 4 punti, un primo record
negativo della sua recente storia. C’è
una ratio?
Unicredit, fra tutti grandi gruppi bancari quello che ha fatto meno bene nel primo trimestre, ha guadagnato
in Borsa nei successivi cinquanta giorni il 35 per cento, un record fra tutti i
titoli quotati – poco meno, il 30 per cento, da 8,7 euro il giorno prima della
trimestrale a 10,30 oggi, otto sedute di Borsa. C’è una ratio?
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