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Arresti, Draghi, Italia, Macron insidia Le Pen
Cosa fa Macron, con gli arresti dei terroristi
italiani? Punta a insidiare il Rassemblement National, l’erede del Front
National dei Le Pen, nel prossimo voto regionale in Hauts-de-France, una
regione di operai che ora vota a destra.
In passato non ha funzionato: gia Sarkozy
aveva provato ad intaccare il blocco Front National con l’ordine pubblico, ma
senza risultato. Macron ci prova con gli arresti, con la mano ferma sull’immigrazione,
benché non dichiarata, e con l’esibito distacco dall’abbraccio con la Germania,
che molti in Francia risentono come soffocante.
La relativa presa di distanza da Berlino,
sulla politica estera (Mosca, Pechino), la politica militare, e la ricostruzione post-pandemica, è facilitata
dal gioco di sponda dell’Italia, da Macron sempre ricercato. Di più ora, con la
presidenza Draghi. E dal relativo indebolimento politico della Germania, per la
crisi della Cdu-Csu e la transizione già avviata di Angela Merkel, che della
coalizione Cdu-Csu è stata per quindici anni la condottiera vittoriosa.
I tentativi di scalfire il fronte compatto del
Rassemblement lepenista, il primo e più solido partito, consolidato da vent’anni, dal sorpasso di Le
Pen sul socialista Jospin, finora non hanno avuto successo. Le leggi elettorali
tengono l’Rn fuori dagli equilibri politici, ma il voto popolare è a suo
favore.
I sondaggi in vista delle presidenziali fra un
anno danno sempre Le Pen in testa. Poi perderà il ballottaggio, perché tutti si
coalizzeranno contro di lei, come si è fatto già per tre elezioni
presidenziali, dal 2002 in qua: fra un anno attorno a Macron, che dovrebbe
andare al ballottaggio, come nel 2016, al posto dei socialisti, sempre in crisi.
Ma Macron soprattutto opera per consolidare il suo movimento, En marche, nell’area
di centro-destra, quindi a scapito di Le Pen oltre che di Ump, la formazione
gollista, e di quello che ne resta con le scissioni di Fillon e di Sarkozy.
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