venerdì 14 maggio 2021

Muti cacciato dalla Scala

Le sfuriate di Muti contro la Scala, nel camerino della Scala, fanno il pieno dei giornali. Nessuno dei quali dice però quello che tutti sanno: che Muti è stato cacciato, proprio così, dalla Scala sedici  anni fa, perché “non in linea” con l’orchestra e col sindacato del complesso, la Cgil vecchia Pci – fu recuperato dal centrodestra, a Roma, al teatro dell’Opera, un’orchestra di nullafacenti (allora; due anni di Muti l’hanno trasformata e ora suona perfino meglio della Scala), e poi dalla Chicago Symphony Orchestra.
Si tace anche che il sovrintendente attuale, Dominique Meyer, che si è speso per recuperare Muti alla Scala, ha dovuto inventarsi un ridicolo sdoppiamento della riapertura, facendo precedere Muti e i Wiener Philarmoniker dall’orchestra della Scala con Chailly, in un concerto raffazzonato. Si dice: bizzarrie da “primedonne”. E invece è la politica, sinistra anche a Napoli oltre che alla Scala: il sovrintendente del San Carlo Stéphane Lissner, ex della Scala, dove fu chiamato nel 2005 dalla Cgil alla cacciata di Muti, da poco sovrintendente del San Carlo, per prima cosa ha annullato i contratti che il teatro aveva con Muti. A causa del lockdown, certo, ma senza rinnovare i contratti per altra data. Ora, siccome Muti è sincero democratico, e impegnato in tutte le buone cause, che dobbiamo pensare della Cgil e del suo Lissner?
Curiosa dimenticanza la cacciata di Muti dalla Scala - che lui continua a chiamare la casa, come Toscanini. Anche perché ghiotta per le cronache come usano, del pettegolezzo. Vige ancora la “linea”, nei giornali? Si capisce che nessuno li legga.
Ma, poi, questa è l’Italia: in Italia Muti si è dovuto creare una sua orchestra e un suo festival.

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