domenica 2 maggio 2021
Napoli preziosa
De Simone ripropone la secentesca “Cantata dei pastori” di Andrea Perrucci, gesuita, drammaturgo e compositore, da lui riscoperta e proposta quarant’anni fa, sull’onda del fenomeno “La gatta cenerentola”. La rifà in forma da camera al tempo del “distanziamento”, comprese arie di Pergolesi, Paisiello, Vinci, Bellini, dello stesso De Simone, cantate da Maria Grazia Schiavo – “Tra pupi, sceneggiata e Belcanto” è il sottotitolo. E la intitola al “Trianon”, il teatro di Forcella, di cui è direttrice artistica Marisa Laurito, restaurato a fine Novecento e dallo sesso De Simone riaperto nel 2002 con “Eden Teatro” di Raffaele Viviani, riscritto in forma di melodramma.
Una scelta di “distanziamento” brechtiana prima che pandemica, come a dire che i tempi non sono da commedia, non sono da teatro – teatro è oggi la farsa quotidiana, socialite? O è il miracolo della “Gatta Cenerentola”, del festival di Spoleto del 1976, un musical dai ritmi trascinanti, un crescendo di fantasia, a raffreddare il De Simone successivo, molto attratto dai paludamenti secenteschi? Una rappresentazione che si vuole distaccata, in “numeri” isolati.
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