lunedì 24 maggio 2021

Nel nome di Hitler mai - martire della guerra

La vicenda del “beato” Franz Jãgermeister, un contadino austriaco, trentenne, padre di tre figlie, mobilitato nel 1939 nell’esercito di Hitler, smobilitato all’armistizio con la Francia, che si rifiuta tre anni dopo, richiamato nel 1943, di prestare il giuramento d’obbligo nel nome di Hitler, dopo quello che ha visto. Finendo giustiziato.
Di Franz Jãgermeister la chiesa ha avviato la santificazione, poiché Franz era molto religioso: una vicenda reale, la sua. Mallick ne fa una macchina cupa, come di una rivolta contro la vita, della vita come destino, infame: fatica, solitudine, grigiore. Tre ore marcate dal sottofondo sordo di una presa in diretta, su prati cupi, tra montagne cupe, tra montagne grige, mai un raggio di sole, interiezioni dialettali che non vale la pena tradurre, grugniti di animali, e una vita di attesa, paurosa, della disgrazia che non può non accadere.
La vicenda Mallick racconta come una tragedia greca, in cui la ubris si vendica, l’invidia degli dei, se non oggi domani, dell’impertinenza umana. La borghesia urbana, composta, ragionevole, funge da coro: il parroco, il vescovo, gli avvocati, gli agenti, guardiani, giudici di Franz, gente ragionevole o altrimenti più arrabbiata che cattiva. Ci sono a contrappunto anche le scene familiari, distese, di Hitler, dei giornali Luce dell’epoca, che si evitano di vedere, a sottolineare la dimensione tragica, più che storica, della narrazione. Lasciando a un certo punto il dubbio se Franz fosse, come pure dice, contro la guerra di Hitler – scarta pure, ripetutamente, la destinazione ai servizi non armati, per e s. la sanità, quali già allora evidentemente si proponevano agli obiettori di coscienza – o non piuttosto contro la guerra.
Un film che può respingere. Per la lentezza (lunghezza), il grigiore (luci, toni, ritmi), l’ambientazione ripetitiva (carceraria, campagnola). Ma pure avvincente. Di tristezza – compresa la causa di beatificazione, di cui lo spettatore sa dalle promozioni e dalla presentazione. E ambiguo: si è lasciati con un perturbante unde Bonum, o il senso del martirio.  
Terrence Malick,
The hidden life, Sky Cinema 2

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