Oliver Twist rinasce divertente
Classificato giallo\drammatico,
come si conviene a un classico, di Dickens poi, è di fatto mezzo “Ocean’s
Eleven”, giallo per ridere, e mezzo Bud Spenser-Terence Hill, botte da orbi. O
meglio un terzo e un terzo, in condivisione con Superman, si vola molto. Molto
si fa con le tecnologie (si clonano i cellulari, si ascoltano da remoto, su una skyline londinese di grattacieli, luminosi, e quindi Dickens c’è poco, niente
dolori, molti scherzi. Anche perché non c’è la questione sociale e la redenzione.
Si ruba ai ladri, almeno nel furto in cui Oliver Twist si fa protagonista: il
capobanda Fagin, che naturalmente non è più l’ebreo camorrista originario, ex
mercante d’arte, si deve vendicare del suo ex socio, che l’ha derubato di
tutto, e Twist, cresciuto con la mammina, quando ancora ce l’aveva, a musei e
gallerie d’arte, fa del suo meglio.
Nulla a che vedere anche con i precedenti, David Neal, Carol Reed e Polanski. Cento minuti di spensieratezza, senza
problemi. La scena e degli stunt,
maschi e femmine, del Fagin di Michael
Caine, che fa Michael Caine, e del giovane Rafferty Law, figlio d’arte, che si direbbe,
lui sì, l’incarnazione di Twist, sfacciato e onesto.
Martin Owen, Twist, Sky Cinema
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