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Roma, Italia, 2020, in festa con i morti
Un grottesco - in cui lo steso
Pietro Castellitto si ritaglia il ruolo motore, uno dei ruoli motore, dell’assistente
universitario sbrigativo, disilluso e licenziato che va a mettere una bomba
alla tomba di Nietzsche, fotogrammi di inizio e fine del racconto - su Roma e l’Italia
in questi anni 2020. Che con i sottotitoli al romanesco stretto, non più l’italiano
del cinema, della Rai, ma un dialetto, sarebbe stato un pugno nell’occhio ancora più violento, ma già così
basta: tutti si divertono un mucchio, distruggendosi a vicenda, morendo anche.
Il racconto è delle vite parallele dei “bene”, ricchi, intellettuali, grandi professionisti, medici, registi, scrittori,
avvocati, e degli ex borgatari degli “ahò?”, “signora mia!”, “ ‘a stronzo!”,
ora al governo a Roma, armaioli, nazisti (Giorgio Montanini sembra il gemello
di Giuliano Castellino, il capo di Forza Nuova a Roma, impressionante),
trafficanti d’armi, che s’incontrano per un paio di casualità, una procurata
dall’assistente sbrigativo in cerca della bomba per Nietzsche, e si divertono
un sacco, in modi agghiaccianti, s’abboffano o s’ubriacano, muoiono, si dilaniano anche, e non lo sanno.
Un Ettore Scola, “La famiglia”, “La
terrazza”, con cattiveria questo esordio di Pietro Castellitto. Con un po’ di
convinzione, in aggiunta al divertimento, con un po’ di misura, era un capolavoro.
Resta un reperto d’epoca oltre che spettacolare. Coi ritmi giusti, cioè veloci,
recitato da tutti come a scolpirsi, con ferocia si direbbe, mai rituali:
Popolizio, Montanini, Gerardi, Marchioni, Cassini, Paone, il professore barone,
Manuela Mandracchia, incredibile regista, e Anita Caprioli per la parte bene, le
debuttanti Giulia Petrini e Liliana Fiorelli “le mogli” dei supergasati
borgatari, Marzia Ubaldi, la mamma svanita. Raccontano pure gli esterni, la
campagna di Lipsia in avvicinamento alla tomba di Nietzcshe, tutta Osta nei dettagli,
bar, piazze, lungomari, pontili, e Fiumicino, col placido laghetto dei fenicotteri
rosa a Cerveteri vittimizzato per le feste truculente con polgino di tiro dei nazicoatti.
Pietro Castellitto, I predatori, Sky Cinema
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