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Werther, o dei romanzi interminabili
Però, Werther non muore mai. Cioè
muore, ma in un tempo interminabile. Più volte è sul punto di, la cosa è
attesa, non è nemmeno inaspettata, ma ci ripensa, aspetta, rinvia.
È per questo che non è più in
edizione, da mezzo secolo ormai? I ragazzi tornano a suicidarsi, ma su altre
piste, meno dette e più rapide.
Come “Robinson Crusoe”, altro
“capolavoro,”, funziona ridotto, a un terzo, un quarto: i ragazzi che nel 1770
si suicidavano alla sua lettura, lo leggevano in antologia?
Johann Wolfgang Goethe, I dolori del giovane Werther
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