martedì 15 giugno 2021

Ecobusiness edilizio

L’Imu, la patrimoniale sulla casa in vigore da quasi trent’anni, è un incentivo all’antropizzazione, alla crescita edilizia dei Comuni. Nei luoghi di vacanza  che in Italia sono al 90 per cento luoghi marittimi. L’interesse delle amministrazioni comunali è di moltiplicare le costruzioni, sia pure di uso molto saltuario o occasionale. Favorendo l’immobiliare da tempo libero con piani di urbanizzazione anche costosi, ma intesi come investimenti a rendita, per le casse comunali.
Una ricerca sul catasto dei Comuni marittimi confermerà sicuramente questa percezione – quanto (non) si è costruito dal 1992 a oggi.
Nello stesso tempo, l’Imu contribuisce a spopolare i Comuni di montagna e di campagna. Di emigrazione. L’Italia è stato un paese a forte emigrazione interna, nelle varie ondate storiche del Novecento - e ancora, in Sicilia e in Calabria, nel Millennio, con la ripersa dei “treni della speranza”, i Flixbus, vent’anni fa. In contemporanea con la crescita del senso e dell’orgoglio delle “radici”, questa emigrazione non implicava l’abbandono delle case di origine. Che invece l’Imu, aggravata dalla recente costosissima imposta per la fornitura elettrica, rende onerose. L’Italia degli ottomila Comuni, che se ne faceva il segno distintivo e un po’ anche l’orgoglio, è già un’Italia in forte abbandono, in Abruzzo, Calabria, Sicilia, e nei luoghi alpini remoti, dalla Carnia all’Appennino ligure-piemontese.
La desertificazione è già un fatto. I Comuni che regalano case fanno sempre meno notizia, sono una realtà triste. 

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