La catastrofe non turba il filosofo
Il terremoto in Calabria nel 1783
come quello di Lisbona del 1755: una catastrofe da fine del mondo, che
interroga la filosofia. Un colpo, l’ennesimo, alla Ragione nel secolo del suo
massimo fulgore. Che Placanica ripercorre sulle fonti d’obbligo, che hanno
fatto il secolo, ma anche su quelle locali. Attonite, preoccupate, ragionate.
A conti fatti, si direbbe un’accettazione
alla fine piatta, senza nessun rivoluzionamento. Né nel pensiero, nella fiducia
nell’opera dell’uomo. E neppure, tutto sommato, nelle opere d’ingegneria. Si
impara poco dalle catastrofi – il Millennio accumula virus pandemici, e il
risultato è più o meno uguale, l’indifferenza.
Ragione fa rima con rassegnazione,
oltre che – più che? - con rivoluzione.
Augusto Placanica, Il filosofo e la catastrofe, Einaudi,
pp. 259, ill., ril, € 20
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