Lo sport è pubblicità
La
Cina scopre lo sci perché ha vinto la gara per l’Olimpiade invernale 2022, fra sette mesi. Maestri
di sci vengono formati, piste vengono apprestate, con consulenti di ogni
nazione, impianti di risalita e altre attrezzature vengono importate.
All’insegna del solito slogan: in questo caso di un incomprensibile “Trecento
milioni di persone scoprono il ghiaccio e la neve”. Si cerca anche di creare un
atletismo cinese della neve, ma con scarsi risultati.
La
Cina scopre come si costruiscono, mantengono e usano le piste perché ne ospita
la fiera quadriennale. Un business e una vetrina. Un caso estremo della globalizzazione,
non lasciarsi mancare nemmeno le briciole – un caso d’ingordigia. Ma più è un
caso fra i tanti dello sport ridotto a veicolo pubblicitario, sui media e sui
social – un “evento”.
È
già successo con il calcio a Dubai e negli altri principati della penisola arabica. Che non
hanno squadre di calcio, e nemmeno giovani
che lo praticano, tanto poco sono popolati, ma gestiscono Mondiali, Supercoppe e
ogni evento-business legato al calcio. Inteso come evento televisivo, per la
vendita della pubblicità in televisione.
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