Vecchia Italia
Un capolavoro della letteratura di viaggio che
non si ristampa. Di viaggio in genere, oltre che in Calabria, a piedi, nel
1911, e al Sud. Di viaggiatore inglese, come il genere, dei Burton, di Chatwin, Levi, Leigh Fermor, ma già da ragazzo italianato, insabbiato a Capri. Personalità poliedrica, di
molteplici interessi, la mineralogia come la biologia, il greco come il latino,
pianista provetto. Una persona, prima che uno scrittore, di personalità forte,
umoralità ricca.
Si viaggia lungamente, prima di
mettere piede in Calabria. A piedi prevalentemente, a dorso di mulo, con una lunga
serie di mulattieri imbroglioni, e con mezzi di fortuna.
Si entra
nell’ordinario-meraviglioso subito, con
il “frate volante”, san Giuseppe da Copertino. È il prologo alla storia più
straordinaria, di “Milton in Calabria”: la scoperta che un poema analogo a quello
di Milton, un “Adamo caduto”, era stato redatto e pubblicato un paio di decenni
prima a Cosenza, opera di Serafino della Salandra, confratello del frate volante – un’opera per la
quale Douglas pagherebbe 8000 grani e non gli 80 del vecchio catalogo, ma deve
limitarsi a quanto ne legge sulle riviste, soprattutto quanto un Mr. Bliss
Perry ne ha scritto sulla rivista americana “The Atlantic Monthly”.
Ci sono già gli “intrusi
africani”. “Esiste qui un tipo di fisionomia inconfondibilmente semitico: capelli
ricci, pelle scura e naso a uncino. Essendo fuori causa una discendenza
fenicia, possiamo supporgli un’origine
saracena, tanto più considerando che gli ebrei del Medioevo non conclusero mai
matrimoni misti con cristiani”.
Ci sono i “parchi naturali” di
oggi, il Pollino, la Sila, l’Aspromonte. Con le loro vegetazioni e le loro forti
diversità, climatiche, antropiche. Ci sono gli albanesi di Calabria, presenza
cospicua. E il brigantaggio, un racconto horror
– riportato all’origine, la rivolta anti-francese, contro l’assurda leva obbligatoria
imposta dagli invasori francesi (con l’aiuto, anche, Douglas ne è certo, di
criminali fatti sbarcare dagli inglesi).
Un volume pieno di storie. Una
lettura consolante anche per la non piccola soddisfazione di vivere per qualche
ora in un mondo non leghista, non ancora, non asfittico e malevolo, quale è l’Italia da ormai
mezzo secolo.
Norman Douglas, Vecchia Calabria
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